martedì 28 ottobre 2008

BCAA - AMINOACIDI RAMIFICATI



Con il termine di Aminoacidi Ramificati o BCAA si intendono tre aminoacidi essenziali Valina, Leucina, Isoleucina. In ambito sportivo questi aminoacidi non sono importanti per un aumento di prestazioni, ma hanno rilevanza nel rallentare il catabolismo muscolare e favoriscono la sintesi proteica aiutando nel recupero dopo allenamenti intensi. C'è chi li assume anche prima della prestazione sportiva, tuttavia per esperienze personali il mio consiglio è l'assunzione esclusivamente a scopo ricostruttivo dei tessuti muscolari danneggiati appunto dopo le attività fisiche nella seguente modalità: 1 gr x ogni 10 kg di peso corporeo entro 15/20 minuti dopo lo sforzo e cosa molto importante con succo di frutta zuccherato. Sarete sicuramente più pronti per affrontare il prossimo impegno, in quanto con la loro azione sono anche in grado di contrastare la produzione di acido lattico, di ostacolare l'appannamento mentale da affaticamento e addirittura di preservare le difese immunitarie.

giovedì 23 ottobre 2008

ESERCITAZIONE AD ALTA INTENSITÀ

Vi propongo un'esercitazione di Resistenza Specifica per ruoli che è mio solito utilizzare durante i periodi cosidetti di "richiamo" che anche un solo preparatore, una volta istruiti a dovere ciascun gruppo, può dirigere simultaneamente senza avvalersi di collaboratori che tante volte solo le società di alto livello hanno la possibilità di avere. Questa proposta rappresenta anche uno stimolo per lo sviluppo delle capacità di recupero degli atleti in quanto il giocatore è costretto più volte a "pagare" i debiti di ossigeno durante le varie ripetizioni.
Dividete il vostro gruppo in 3 sottogruppi composti da:

1 Esterni (difensori e centrocampisti)
2 Centrocampisti
3 Difensori centrali ed Attaccanti

I primi si allenano con Serie di 5 x 150 metri (vedi figura) con recupero a scalare in corsa leggera, prima ripercorrendo il percorso fatto ad alta intensità dal lato opposto del campo (tratto 1°), il secondo recupero (tratto 2°) percorrendo la diagonale, il terzo (tratto 3°) una lunghezza più corta della diagonale e l'ultimo (tratto 4°) un tragitto ancora più breve. Il gruppo dei Centrocampisti invece si allena con Serie di 8 x 100 metri ad intensità 85/95% della FC max, con recuperi in corsa molto leggera e su distanze anch'esse a scalare, mantenendo il ritmo alto per il lato lungo del campo in avanti, recupero lento per tutto il lato corto, ripercorre tutto il lato lungo opposto e recupero sul lato corto fino ad incontrare il segno dell'area grande, ritmo alto per ripercorrere i 100 metri, poi recupero fino al lato dell'area grande, poi sul lato area piccola ed infine da palo a palo. Il terzo gruppo di Attacanti e Difensori centrali svolgerà invece un classico intermittente 10"/10" sui 50 metri con recupero passivo sul posto.
Per avere riferimenti orientativi indico 22/26 secondi il tempo percorso sui 150 metri per i Calciatori d'Elite e 18/20 secondi quello sui 100 metri.

Esempio pratico:
Gruppo 1: 2 x 5 x 150 m. rec.tra le serie 4'
Gruppo 2: 2 x 8 x 100 m. rec.tra le serie 4'
Gruppo 3: 2 x 4' (10"/10") x 50 m. rec.tra le serie 4'

Metto il limite dei 30" il tempo di percorrenza sui 150 metri e 20" quello sui 100 metri ed integro con ulteriore Gioco ad Alta Intensità. Qualora si ritenga che la vostra squadra abbia bisogno di sviluppare maggiormente la Resistenza si può aumentare il lavoro con l'aggiunta di un'ulteriore Serie tenendo sempre i recuperi di 4' tra le serie.

venerdì 17 ottobre 2008

SLA: Sindrome Laterale Amiotrofica

Molto attuale e riportato alla ribalta in questo periodo il tema SLA,tanti ne parlano ma realmente pochi sanno cosa sia.La partita fra giocatori ed ex-giocatori della Fiorentina e del Milan, disputata all’inizio di ottobre 2008 in onore di Stefano Borgonovo, ex-calciatore delle due squadre ed ora affetto da SLA, ha fatto nuovamente parlare di questa malattia e dei rapporti che essa ha con il calcio. Su di essa sono state scritte molte imprecisioni e, dunque, vale la pena cercare di chiarire alcuni aspetti, per cui chi meglio del Professor Arcelli poteva darci delle delucidazioni in merito ad essa.

Che cos’è la SLA?
E’ la Sindrome Laterale Amiotrofica, una malattia che progressivamente rende inefficienti vari muscoli del corpo. Essa è causata dal fatto che vengono colpiti i motoneuroni, vale a dire quelle cellule nervose (neuroni) dalle quali partono gli “ordini” per far contrarre i muscoli. A seconda dei motoneuroni danneggiati, possono essere dapprima interessati gli arti inferiori, quelli superiori, oppure i muscoli che permettono di parlare o di deglutire o di respirare. Poi i problemi si estendono via via ad altri distretti muscolari. Chi ne è colpito rimane lucido fino all’ultimo.

Quali calciatori sono stati colpiti?
Si sono ammalati di SLA (e ne sono morti) Fulvio Bernardini, grandissimo giocatore della Roma ed ex-CT della Nazionale, Armando Segato, gli ex-giocatori della Sampdoria Ernst Ocwirk e Guido Vincenzi, gli ex-giocatori del Milan Giorgio Rognoni e Narciso Soldan, l’ex-capitano del Genoa Gianluca Signorini, Adriano Lombardi, Lauro Minghelli e altri ancora. In linea di massima, ad essere più colpiti sono stati i giocatori di centrocampo, mentre sono molto rari i portieri.

Ne vengono colpiti soltanto i calciatori?
Assolutamente no. E’ una malattia che ogni anno colpisce da una a tre persone ogni 100 mila abitanti. Era già stata identificata 150 anni fa e, quindi, non è vero che, al contrario di quanto qualcuno sostiene, che il primo ad ammalarsi e a morirne (nel 1941) fu Lou Gehrig, uno dei più famosi giocatori di baseball americani (la SLA, proprio per questo, viene anche chiamata “morbo di Gehrig”). La malattia, in ogni caso, colpisce tutti: atleti e non atleti. A proposito dei calciatori, però, c’è da dire che fra quelli italiani è risultata essere particolarmente frequente, quasi cinque volte più frequente che nel resto della popolazione. Fra quelli studiati (circa 24 mila), si è ammalato di SLA un calciatore ogni 50 mila.

Qual è la causa della SLA?
Non è ancora per niente chiaro. Si sa che in molti casi i motoneuroni di chi è colpito dalla SLA non sono più in grado di fabbricare un enzima che si chiama SOD1 o superossidodismutasi rame/zinco. Ciò impedisce ad essi di difendersi dai radicali liberi, molecole molto aggressive che si formano nell’organismo per vari motivi; per tale motivo essi vengono danneggiati in modo irreversibile. Questo avvalorerebbe la teoria secondo la quale a causare il danno ai motoneuroni sia la carenza di rame. Altri, invece, soprattutto facendo riferimento ai giocatori di calcio, danno importanza ai traumi che subiti agli arti inferiori o alla testa. Un’ipotesi che sta acquistando credito è quella legata alle sostanze utilizzate per curare l’erba dei campi, per esempio i fertilizzanti e i pesticidi. C’è anche chi pensa che la colpa sia da ricercarsi nell’uso fatto dai calciatori in quantità notevolissima di farmaci, per esempio di antinfiammatori o di estratti di corteccia surrenale o di altri ancora. Qualcuno pensa anche all’utilizzo di sostanze dopanti.

Si è anche sostenuto che un ruolo sia posseduto anche dagli integratori, in particolare dagli aminoacidi a catena ramificata e dalla creatina.
Non ha senso. Gli sportivi hanno cominciato ad utilizzare gli aminoacidi a catena ramificata alla fine degli anni Ottanta e la creatina ancora dopo. A quell’epoca, quasi tutti i giocatori di calcio malati di SLA avevano già smesso di giocare da anni.

lunedì 13 ottobre 2008

CAMPARI, IL BUSINNES DI "MISTER CARBONIO"

Le prestazioni hi-tech dei materiali compositi applicate allo sport ai massimi livelli. Nascono così le invenzioni di una microimpresa parmense, che sforna prodotti innovativi e di grande successo perchè utilissimi. Un esempio? I parastinchi indistruttibili per calciatori, già venduti a tantissimi campioni della serie A

Metti un materiale hi-tech come la fibra di carbonio,unito a una buona dose di genialità imprenditoriale,e trovi un business che dalla campagna parmense sta arrivando fino al Giappone. Nessuna azione di marketing: solo un passa parola all’interno del portafoglio di clienti molto facoltosi, come i calciatori di serie A, per diventare in pochi anni leader internazionale in un settore di nicchia. L’invenzione è il parastinco anatomico in fibra di carbonio, leggerissimo e indistruttibile. Grazie a questo oggetto di uso settimanale,i professionisti della pedata si sono così assicurati contro i falli più scorretti. Sì, perchè la protezione è veramente a prova di schianto, con un punto di rottura praticamente inesistente. Ma facciamo un passo indietro, perchè la storia della Campari, microimpresa con sede nel tipico capannone della Pmi emiliana flessibile e innovativa, è una delle tante che contribuiscono a mantenere alta la fama mondiale del “made in Italy”,come marchio d’origine apprezzato di qualità. Nonostante la crisi e tutto il resto. Tutto comincia dal reparto corse Ferrari di Maranello,dove il titolare e fondatore, Enrico Campari, muove i primi passi come tecnico e dove nasce il “grande amore” (chiamiamolo così!) per i materiali compositi (leggi fibra di carbonio, kevlar e similari). “Nell’89 sono cominciate le mie prime esperienze con questo tipo di componente, largamente utilizzato anche nell’industria aerospaziale, quando lavoravo al reparto corse del Cavallino dove sono rimasto fino al ‘93 prima di mettermi in proprio – ricorda l’imprenditore-. In Ferrari e nella Formula 1 in generale,la fibra di carbonio è utilizzata,ad esempio, per i sedili dei piloti, che devono essere molto leggeri, anatomici e ovviamente a prova di rottura”.“Ma l’idea di costruire parastinchi al carbonio - prosegue - è arrivata nel 1994, quando questa protezione è diventata obbligatoria sui campi da calcio”. Da quell’anno - grazie anche all’amicizia stretta con Fabio Cannavaro, già difensore del Parma, quindi primo cliente e poi “promoter” volontario del parastinco presso i colleghi, tanti campioni italiani e stranieri hanno cominciato “a comprendere come fosse fondamentale avere la garanzia di salvare le gambe”,afferma Campari. E per un prezzo veramente irrisorio, al confronto con i redditi annui dei calciatori. Ovvero, 1.500 euro per il prodotto di punta, anatomico e su misura, una cifra che può valere, letteralmente, una carriera per i professionisti del settore. Il parastinco, brevettato dalla Campari, è una protezione anatomica realizzata in materiali compositi a base di fibra di carbonio. “Il materiale offre altissime prestazioni grazie a due caratteristiche principali - spiega Campari - è leggerissimo e soprattutto indistruttibile. Inoltre, grazie alla tecnologia utilizzata, è possibile modellare i prodotti nelle forme più diverse in base alle esigenze anatomiche del cliente”. Dopo aver preso il calco in gesso della gamba del cliente calciatore, viene modellata la fibra che attraverso un processo di lavorazione tramite autoclave assume poi la forma anatomica desiderata. Dal Pallone d’oro 2004 ai calciatori dei campionati amatoriali, da quasi tutta la rosa dell’attuale Nazionale italiana e Under 21,alla Nazionale Olimpica, fino ai bambini ai primi calci parrocchiali, i parastinchi al carbonio della Campari, unici prodotti in Italia, si sono affermati grazie anche a un prezzo di vendita relativamente contenuto. “Un prodotto standard, ovvero non anatomico, ha un costo di 110 euro – spiega l’imprenditore -. Le vendite sono curate dallo stesso titolare, dopo il tentativo fallito di cedere il brevetto alle più note marche mondiali del settore. “Non hanno ritenuto conveniente commercializzare un prodotto dove i costi maggiori non sono coperti dal ritorno d’immagine: anche se è utilizzato dai grandi campioni, il parastinco non si vede perché resta sotto le calze”. E se si vedesse, scopriremmo come siano le più svariate e creative le personalizzazioni richieste dai big del pallone: disegni di tigri e leoni, scritte, versetti biblici e religiosi, decorazioni varie. La richiesta da parte del cliente di un prodotto veramente unico, ancorchè di vitale importanza per i calciatori (secondo forse solo alle scarpe), ha fatto sì che Campari assumesse a tempo pieno una diplomata alle Belle Arti per decorare i parastinchi al carbonio. Ora, dopo la leadership italiana la Campari Compositi distribuisce i propri parastinchi anche sui mercati europei attraverso rivenditori specializzati:Spagna, Francia, Inghilterra, Grecia, Repubblica Ceca, Svizzera e le vendite sono a dir poco eccezzionali.

giovedì 9 ottobre 2008

L' ALLENAMENTO INTERMITTENTE

Nell’ambito delle esercitazioni rivolte al miglioramento delle caratteristiche aerobiche ed anaerobiche dell’atleta, l’allenamento definito con il termine di "intermittente" ha conosciuto nell’arco degli ultimi anni un interesse sempre maggiore. Per lavoro "intermittente" si intende un tipo di attività composta da una serie di sforzi la cui durata sia minore di 1’ ed il principio di base su cui si fonda è quello di alternare degli sforzi di elevata intensità a fasi di recupero passivo oppure di recupero attivo, durante le quali comunque l’attività sia di bassa intensità. Nella preparazione atletica da me svolta in fase pre-campionato della stagione in corso, ho utilizzato spesso questa metodologia d'allenamento, ma prima di far ciò ho dovuto seguire il protocollo che mi permetteva di trovare la VAM (Velocità Aerobica Massima) e la relativa Soglia di ogni singolo atleta attraverso un Test di Valutazione. Il test che ho preferito utilizzare è stato il TEST LEGÈR dove ad ogni soggetto veniva richiesto di correre ad esaurimento a navetta (andata e ritorno) su una lunghezza di 20 metri a velocità progressivamente crescente e dove l'andatura era scandita dal dettato sonoro del software utilizzato. Rilevando i tempi di ogni atleta e inserendoli nel sopracitato software ho così identificato ogni singola VAM che mi ha poi permesso di pianificare al meglio il lavoro "intermittente" dividendo la squadra in gruppi omogenei.

Le distanze su cui effettuare le ripetute sono state trovate seguendo un semplice criterio:

- modalità di corsa richiesta (30"/30" - 20"/20" - 10"/10")

- percentuale di intensità VAM


Un esempio di seduta intermittente da me proposto in base ai Test effetuati è stato il seguente:

6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4' 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero 3'

6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero completo



Ricordo che ad intensità pari al 100% della VAM le tre modalità di corsa (10"/10"-20"/20"-30"/30") sono da considerarsi come mezzo di allenamento prettamente Aerobico quindi adatte nel periodo di preparazione dove si deve consolidare la Potenza Aerobica di base prima di passare a lavori di maggiore intensità

Intensità pari al 105 % della VAM costituiscono invece un 'unione tra le esercitazioni Aerobiche e quelle che cominciano ad interessare, anche se blandamente, il meccanismo Anaerobico.

Siamo in pieno regime Anerobico Lattacido invece con intensità uguali al 110% della VAM soprattutto per tempi di lavoro piuttosto lunghi come il 20"/20" ed il 30"/30, per cui queste esercitazioni devono essere eseguite razionalmente nel piano di lavoro settimanale e mai essere utilizzate prima di sedute Anaerobiche Alattacide per lo sviluppo della Velocità, pena un aumento del rischio di infortuni muscolari.

In ultimo intensità del 115% della VAM comportano un'elevata sollecitazione del meccanismo Anaerobico Lattacido, ragione per cui per questo tipo di lavoro valgono maggiormente le considerazioni fatte per il lavoro svolto con intensità 110%.



lunedì 6 ottobre 2008

LA MENTALITÀ VINCENTE

Quale differenza significativa esiste tra due giocatori che si affrontano ad armi pari su un campo da calcio ed hanno in comune la stessa tecnica,la stessa velocità,la stessa visione di gioco ma alla fine nel confronto diretto uno prevale sull'altro?La risposta è semplice:il suo ardente desiderio. Un desiderio che lo spinge ad allenarsi, ad impegnarsi, ad esercitarsi,a migliorarsi e a vincere. È il voler vincere ad ogni costo ed essere così caparbi da fare qualsiasi cosa pur di raggiungere lo scopo che ci si è prefissati. Senza desiderio non c’è incentivo a metterci tutta la grinta che occorre per sopportare la fatica dello sforzo fisico e mentale.Riprendendo il discorso iniziale, se assistiamo ad uno scontro tra due atleti ugualmente dotati ed impegnati, a quale dei due diamo il nostro sostegno? Senza ombra di dubbio a quello con maggior entusiasmo! La passione e l’entusiasmo sono due comportamenti trascinanti e rappresentano metà dell’equazione che produce un’inarrestabile motivazione: passione e scopo assieme, sono la motivazione.Infine se osserviamo un’atleta mentre si prepara alla competizione, mentre aspetta che gli diano “il via”: l’espressione del suo volto è quella della determinazione e della costanza, deve vincere mentalmente ancora prima che la gara abbia inizio. I campioni subiscono battute d’arresto e false partenze, ma le considerano come semplici gradini verso il successo.Molti grandi dello sport sono stati messi al tappeto talmente tante volte che è un miracolo che alcuni di essi siano riusciti ad alzarsi. Il vero successo non consiste nel non cadere, ma nel rialzarsi ogni volta che si cade. I vincenti seguono il vecchio proverbio giapponese che recita: «Cadi sette volte e rialzati per otto»; si scrollano di dosso le inevitabili delusioni e tengono gli occhi fissi alla meta, focalizzando la propria attenzione sul compito che hanno davanti.È difficile pensare che un campione non sia sicuro di sé. Quando si nasce non si è sicuri o insicuri, si impara con il tempo a comportarsi con sicurezza, con quella tranquilla consapevolezza del fatto che si è in grado di vincere e lo si farà.Per acquisire la vera Mentalità Vincente ci vuole anche il coraggio che significa avere la volontà di agire senza indugi.Il coraggio non è assenza di paura, ma è un andare avanti nonostante la paura. Il principale timore che blocca le persone è quello del fallimento, ma se si gioca sempre sul morbido non si riuscirà a migliorare mai, mentre il fallimento può essere d’esempio per il futuro.

Concludendo,la Mentalità Vincente è' la mentalità che l'atleta acquisisce quando raggiunge un buon livello di autostima e una sufficiente fiducia in sé e nelle proprie capacità nell' affrontare una specifica situazione competitiva. La fiducia che l'atleta ripone nei propri mezzi e nelle capacità personali ha un ruolo fondamentale sotto diversi aspetti:

1 Condiziona la scelta se affrontare o meno una particolare situazione;

2 Una volta iniziata l'attività, condiziona anche la quantità di sforzo profuso, l'impegno e la persistenza pur di fronte a difficoltà,esperienze sfavorevoli o sconfitte.

3 Ha un ruolo importante anche nella regolazione dei processi cognitivi. Mantenere la concentrazione focalizzata sul compito, anche in condizioni di stress e di timore di sbagliare, richiede infatti un forte senso di autostima.

4 La fiducia in sè influenza anche la rappresentazione mentale anticipatoria dell'evento sportivo. Scene di successo sono visualizzate con più frequenza da soggetti con elevate aspettative di efficacia: l'atleta analizza mentalmente il problema, rappresentando il successo e questo porta a prestazioni migliori perché l'analisi delle alternative e la conseguente applicazione delle soluzioni sono influenzate da questa mentalità positiva. Scenari di fallimento sono più probabili in chi si valuta incapace; in questo caso l'atleta è già perdente in partenza, poiché tende a rimuginare su errori e sconfitte.




giovedì 2 ottobre 2008

ENERVIT R2 PER UN RECUPERO OTTIMALE

Mi è stato chiesto da tanti cosa sia l'R2 che abbiamo usato per favorire il recupero post-partita dei nostri giocatori durante la Uefa Regions' Cup e quindi pubblico indicazioni, ingredienti e modalità d'uso di questo eccellente ed utilissimo integratore adatto a chi pratica sport con sforzi intensi e prolungati.

Indicazioni
R2 Sport Enervit è un integratore energetico con aminoacidi ramificati, l-glutamina, policosanoli, vitamine e minerali, studiato per concorrere ad accelerare i processi di recupero post-gara in chi pratica attività sportiva particolarmente intensa e prolungata.

Caratteristiche
Gli zuccheri presenti (destrosio, saccarosio con maltodestrine) sono idonei a ricostituire nella maniera più rapida le riserve di glicogeno dell'organismo. Gli aminoacidi ramificati (leucina, isoleucina e valina) favoriscono il recupero del patrimonio proteico e il tono muscolare. La l-glutamina è utile per contrastare gli effetti del sovraffaticamento. Le vitamine C ed E contrastano l'azione dei radicali liberi perossidanti generati da cicli energetici. Il potassio, il magnesio e le vitamine presenti completano utilmente il pool dei nutrienti a disposizione dello sportivo in considerazione dei suoi aumentati consumi. I policosanoli (da canna da zucchero) possono essere utili per contrastare la perossidazione lipidica microsomiale.

Modalità d'uso
In caso di attività sportiva particolarmente intensa e prolungata, sciogliere 3 misurini di prodotto (circa 50 g) in almeno 250 ml di acqua immediatamente dopo lo sforzo fisico. Si consiglia di utilizzare una borraccia da 1/2 litro, riempire a metà con acqua e agitare. E' possibile assumere una seconda dose dopo 2 ore oppure, se nel frattempo si è consumato un pasto, 2 ore dopo il pasto.

Ingredienti
Destrosio, Zucchero, Maltodestrine, Idrolizzato Proteico con Glutamina, Leucina, Vitamina C, Acidificante: Acido Citrico, Isoleucina, Valina, Aromi, Aspartato di Magnesio, Aspartato di Potassio, Estratto di Canna da Zucchero, Sodio Bicarbonato, Sodio Carbonato, Edulcorante: Acesulfame, Vitamina E, Vitamina PP, Vitamina B1, Vitamina B2, Vitamina B6.

UEFA REGIONS' CUP: Un 'esperienza indimenticabile

La Croazia accederà alla fase finale. Questo è il verdetto del gruppo 3 della Uefa Regions Cup.Tre partite e bottino pieno per i padroni di casa non lasciano dubbi sulle loro qualità tecniche e sulla loro superiorità, ma c'è il rammarico di non aver potuto schierare per la gara decisiva alcuni elementi fondamentali per la nostra Selezione Svizzero-Ticinese: il nostro Alessio "Nano" Dell'Avo e Capitan Marco "Anaconda" Brusa. Malgrado ciò possiamo ritenerci soddisfatti per le ottime prestazioni disputate e per il grande fair-play dimostrato nell'arco delle tre partite nonostante nell'ultima partita, l'arbitraggio non sia stato all'altezza della situazione e questo detto da tutti gli addetti ai lavori. L'esperienza che ho vissuto è stata incredibilmente positiva e mi ha lasciato tantissimo dal lato umano; ho conosciuto persone fantastiche e ragazzi eccezionali ognuno con un carattere diverso dall'altro e con una positività sopra le righe. È stato bello allenarli, ma è stato ancor più bello esser stato apprezzato da loro. Non è facile gestire una squadra Dilettante di ragazzi poco piu che ventenni che disputa 3 partite in 5 giorni con partite giocate ad altissimo ritmo ed imporgli delle regole alimentari e delle limitazioni atte a favorire un miglior recupero post-partita. Tutti si sono "sacrificati" perchè hanno a differenza di altri una cosa fondamentale nello sport e nella vita: la mentalità vincente! Volevamo vincere ma anche se non ci siamo riusciti il ricordo per tutti resterà sicuramente indelebile. Colgo l'occasione ancora una volta per salutarli tutti con un GRAZIE RAGAZZI! Non voglio dimenticare di ringraziare ancora una volta il Mister,che mi ha scelto come suo collaboratore e da cui dal suo bagaglio di conoscenza calcistica ho potuto imparare cose nuove, Simone Patelli, che grazie alla sua impossibilità ho avuto questa possibilità ;-), la Federazione Ticinese di Calcio nelle persone dell'onnipresente e competente Domenico Martinello e del bongustaio Pier Giorgio Grassi e concludo non dimenticando il responsabile materiale Felix ed il fisioterapista Carlo. GRAZIE DI CUORE.
Tazio