mercoledì 11 marzo 2009

SOLUZIONI ALIMENTARI POST-PARTITA

Al di là delle fatiche di tipo psichico e fisico e al di là degli eventuali traumi, per il calciatore esiste il problema dell’esaurimento del glicogeno muscolare. Dopo 90 minuti di partita, infatti, succede che i muscoli hanno consumato del tutto quella che è la fonte principale di energia, il glicogeno appunto. Quando manca questa sostanza, l’efficienza fisica diminuisce drasticamente: i rilievi fatti durante le partite dimostrano che a tale carenza corrisponde una riduzione notevole della quantità di corsa compiuta e, in particolare, di quella ad elevata velocità. Si noti che, quando ci si alimenta normalmente, possono occorrere anche più di quattro giorni per riuscire a riempire di nuovo i depositi di glicogeno. Quando in una settimana si giocano tre partite, allora, non si può fare nulla per riuscire ad affrontarle senza avere carenza di questa sostanza?Certo che si può, a patto di seguire una razionale strategia alimentare o meglio delle semplici regole,come consiglia il luminare Prof. Enrico Arcelli. Quali sono queste regole?
Per prima cosa va detto – semplificando un po’ le cose – che nelle decine di minuti immediatamente successivi ad una partita, alla superficie delle fibre muscolari che hanno esaurito il loro glicogeno si manifesta una proteina che tende a far entrare nella fibra stessa il glucosio che c’è nel sangue e a trasformarlo in glicogeno. E’ in quella fase che si deve iniziare ad agire; se si lascia trascorrere quel periodo senza fare niente, il recupero del glicogeno diventa più arduo.
Passando subito al pratico, ecco quali sono, allora, i suggerimenti, attuati tra l'altro anche nel ciclismo che assicurano un'ottima efficacia:
- appena i giocatori rientrano in spogliatoio dopo la partita, devono bere 1 o 2 lattine di una bibita dolce, tipo aranciata o chinotto (non di cola, ricca in caffeina, una sostanza che rallenta la risintesi del glicogeno muscolare); di solito è sconsigliato l’uso abituale di tali bibite, non però in questo caso perché ogni lattina apporta oltre 40 grammi di zucchero, ossia di uno di quei carboidrati che sono detti “ad alto indice glicemico” perché entrano rapidamente nel sangue e che, quindi, di solito non vanno per niente bene, ma che in questa particolare situazione sono altamente vantaggiosi;
- assieme alle bibite, i giocatori devono prendere poche decine di grammi di grana (esistono delle confezioni di grana in cubetti; sono molto comode); l’assunzione delle proteine, presenti in questo formaggio, è molto vantaggiosa perché rende più rapido il riempimento dei depositi di glicogeno dei muscoli.

Esiste anche un prodotto che è specifico per accelerare il recupero (R2 ENERVIT) e che contiene anche gli aminoacidi a catena ramificata (anch’essi utilissimi in questa situazione); ma l’accoppiata fra lattine di bevanda dolce e grana raggiunge, da tale punto di vista, almeno il 90% del risultato di quel prodottoNel pasto successivo alla partita, poi, deve essere necessariamente compreso un piatto di pasta o di riso, cucinato come si vuole, ed eventualmente una fetta di crostata. E’ questa un tipo di scelta che è talmente normale che non sembrerebbe neppure il caso di parlarne. Ma c’è chi preferisce mangiare prosciutto e mozzarella, più un contorno e – senza rendersene conto – fa esattamente il contrario del giusto.Nei giorni successivi e fino al momento dell’altra partita, poi, una certa quantità di carboidrati deve essere sempre compresa nella prima colazione e nei pasti principali. Si tratta di quantitativi che molti calciatori raggiungono già normalmente e che, quando si segua anche la strategia “lattine + grana”, consentono di presentarsi al successivo match con il massimo dei carboidrati nei muscoli, anche se ci sono stati soltanto due giorni pieni di intervallo.