giovedì 18 dicembre 2008

ENRICO CAMPARI: La mascherina di Matrix

L'interista Marco Materazzi dopo aver riportato la frattura allo zigomo destro nella gara di Champions League contro il Werder Brema ed essere stato operato a Pavia lo scorso 10 dicembre ha ripreso da subito ad allenarsi con i compagni grazie anche alla mascherina protettiva in carbonio creata appositamente per lui dalla CAMPARI COMPOSITI di Parma che gli permetterà probabilmente di essere già disponibile per il match con il Siena. Su concessione dell'amico Enrico Campari in anteprima le foto della maschera che Matrix dovrà indossare in maniera precauzionale per un pò di tempo. Oltre agli ormai noti parastinchi in carbonio la ditta Campari è specializzata da tempo anche in questo tipo di protezioni facciali tantè vero che le maggiori squadre italiane quando capitano problemi di questa natura ricorrono alla ditta parmense per permettere ai loro giocatori recuperi lampo proprio come quello di Materazzi.

venerdì 12 dicembre 2008

La "pausa" invernale del Calciatore

Sono sempre stato contro la pausa invernale sia da giocatore ed ancor più adesso in veste di preparatore atletico, in quanto tutti gli sforzi fatti ad inizio stagione da ogni singolo atleta vengono letteralmente sperperati, soprattutto da quei giocatori che non hanno un minimo di buon senso per capire quanto sia importante NON FERMARSI durante questa lunga sosta che caratterizza i Campionati dilettantistici qui in Svizzera. Anche quando militavo nelle categorie dilettantistiche italiane, malgrado la pausa fosse solamente di 3 settimane ho sempre cercato di mantenermi e questa mia mentalità è stata una costante ulteriore da quando mi sono trasferito in Ticino. Un motivo in più per cui bisogna sapersi gestire al meglio durante la sosta è il periodo Dicembrino fatto di aperitivi, cene, feste varie e di peccati di gola che compromettono il peso corporeo tramutandosi in quei chili in più che sono veramente difficili da smaltire perchè poi per ritornare nel peso ideale bisogna sacrificarsi tantissimo nel riuscire a seguire una alimentazione corretta ed equlibrata. Sia chiaro "staccare la spina" una quindicina di giorni è importantissimo in quanto tutti i valori ematici rientreranno nella norma, ma oltre è veramente controproducente per cui il mio consiglio è di praticare altri sport 1/2 volte a settimana almeno fino alla fine di dicembre; sport come il Tennis, Nuoto, Basket, Futsal o l' iscrizione ad una palestra vanno benissimo perchè si mantiene l'elasticità muscolare e si tiene allenato il sistema cardiocircolatorio, ma da inizio gennaio bisognerà incrementare la resistenza ed effettuare quindi 2/3 sedute settimanali con lavori specifici. Nel frattempo chi non ha la possibilità di praticare attività sportive extracalcistiche consiglio la seguente Tabella di mantenimento da me ideata.

TABELLA PER 2 SEDUTE SETTIMANALI

1 SEDUTA
12' Riscaldamento generale con esercizi di mobilità articolare e stretching
15' Corsa continua a 140/150 bpm
15' Rinforzo muscolare (Flessioni,Tenute isometriche, Addominali, ecc.ecc.)
8' Allunghi 100 m con recupero 40 sec.
10' 2 x 5 rip. Sprint a navetta 5+5+5+5 metri rec 50/60 sec , 3 min tra le serie
Stretching finale
2 SEDUTA
12' Riscaldamento generale con esercizi di mobilità articolare e stretching
15' Rinforzo muscolare (Flessioni,Tenute isometriche, Addominali, ecc.ecc.)
20' Corsa continua a 140/150 bpm
15' Sprint in Salita 8 x 60/70 metri rec 90 sec
Stretching finale

giovedì 13 novembre 2008

RESISTENZA SPECIFICA: Esercitazione "a secco" per ruolo

Vi propongo un'esercitazione molto semplice da sviluppare ed estremamente efficace in termini di miglioramento della resistenza specifica in quanto ripercorre esattamente i movimenti gara del calciatore e nello specifico la fase eccentrica/concentrica fatta di continue frenate e veloci ripartenze. Viene schierata sul campo la squadra con i giocatori disposti nella loro posizione di gioco principale senza palla. Al fischio del preparatore/allenatore tutti i giocatori devono compiere un accelerazione in avanti in attesa del secondo fischio che avviene solitamente dopo 3/4 secondi dove il giocatore farà uno spostamento a ritroso ritornando nella posizione di partenza in attesa del nuovo fischio per la successiva accelerazione e così via. Gli spostamenti a ritroso devono avvenire senza mai girare le spalle agli ipotetici avversari. Il preparatore/allenatore possono anche indicare le direzioni (destra o sinistra) dove effettuare le accelerazioni, ma in questo caso da curare in particolar modo, sono i movimenti di ritorno per eseguire al meglio la diagonale difensiva. Questa attività deve essere svolta ad alta intensità quindi tra l'85 e il 95% della Fc max e si può realizzare anche con la palla per ogni giocatore; è possibile usare come riferimento per ruolo anche i classici cinesini posizionati a 10/15 metri, come da figura. È molto utile far svolgere questo lavoro anche al vostro portiere. Importantissimo lo stimolo da parte dei tecnici per tutti i giocatori che spesso tendono ad abbassare eccessivamente la velocità di spostamento piuttosto che partecipare dinamicamente ai movimenti della squadra.

Modalità di esecuzione:

Senza cinesini: 4 x 3 min. con accelerazione 4" e recupero a ritroso attivo di 12" rec. tra le serie 2 minuti

Con cinesini a 10/15 metri : 3 x 3 minuti rec. tra le serie 2 minuti.

venerdì 7 novembre 2008

IL BICARBONATO: Lo sapevate che...

In commercio c'è un prodotto molto impiegato nell'igiene personale, sia in aggiunta al classico dentrificio per le sue proprietà sbiancanti, che in cucina nella pulizia di frutta e verdura oppure in aggiunta a preparati farmaceutici come antiacido e contro i classici bruciori di stomaco da "abbuffata" ed è noto semplicemente come BICARBONATO. Questo prodotto, dato il bassissimo costo, può essere una validissima alternativa ai più specifici, ma anche più costosi Aminoacidi Ramificati (BCAA) descritti nel precedente articolo come soluzione tampone contro l'acido lattico dopo prestazioni sportive. In base a questa proprietà di tamponare la lattacidemia sono stati effettuati numerosissimi studi su atleti di alto livello anche in competizioni mondiali come ad esempio gare sui 1500 metri dove la produzione di acido lattico è elevata e si è così giunti a trovare il livello di dosaggio ideale che è di 300 mg /Kg di peso corporeo. Data la mia esperienza in quanto testato personalmente, mi sento di consigliare dopo lo sforzo un mezzo cucchiaino (2/3 gr) di BICARBONATO sciolto in un bicchiere d'acqua con l'aggiunta di qualche goccia di limone esso agirà scientificamente come ristabilizzante del Ph nei muscoli e nel sangue contrastando e neutralizzando il fastidiosissimo acido lattico. Provare per credere!

martedì 28 ottobre 2008

BCAA - AMINOACIDI RAMIFICATI



Con il termine di Aminoacidi Ramificati o BCAA si intendono tre aminoacidi essenziali Valina, Leucina, Isoleucina. In ambito sportivo questi aminoacidi non sono importanti per un aumento di prestazioni, ma hanno rilevanza nel rallentare il catabolismo muscolare e favoriscono la sintesi proteica aiutando nel recupero dopo allenamenti intensi. C'è chi li assume anche prima della prestazione sportiva, tuttavia per esperienze personali il mio consiglio è l'assunzione esclusivamente a scopo ricostruttivo dei tessuti muscolari danneggiati appunto dopo le attività fisiche nella seguente modalità: 1 gr x ogni 10 kg di peso corporeo entro 15/20 minuti dopo lo sforzo e cosa molto importante con succo di frutta zuccherato. Sarete sicuramente più pronti per affrontare il prossimo impegno, in quanto con la loro azione sono anche in grado di contrastare la produzione di acido lattico, di ostacolare l'appannamento mentale da affaticamento e addirittura di preservare le difese immunitarie.

giovedì 23 ottobre 2008

ESERCITAZIONE AD ALTA INTENSITÀ

Vi propongo un'esercitazione di Resistenza Specifica per ruoli che è mio solito utilizzare durante i periodi cosidetti di "richiamo" che anche un solo preparatore, una volta istruiti a dovere ciascun gruppo, può dirigere simultaneamente senza avvalersi di collaboratori che tante volte solo le società di alto livello hanno la possibilità di avere. Questa proposta rappresenta anche uno stimolo per lo sviluppo delle capacità di recupero degli atleti in quanto il giocatore è costretto più volte a "pagare" i debiti di ossigeno durante le varie ripetizioni.
Dividete il vostro gruppo in 3 sottogruppi composti da:

1 Esterni (difensori e centrocampisti)
2 Centrocampisti
3 Difensori centrali ed Attaccanti

I primi si allenano con Serie di 5 x 150 metri (vedi figura) con recupero a scalare in corsa leggera, prima ripercorrendo il percorso fatto ad alta intensità dal lato opposto del campo (tratto 1°), il secondo recupero (tratto 2°) percorrendo la diagonale, il terzo (tratto 3°) una lunghezza più corta della diagonale e l'ultimo (tratto 4°) un tragitto ancora più breve. Il gruppo dei Centrocampisti invece si allena con Serie di 8 x 100 metri ad intensità 85/95% della FC max, con recuperi in corsa molto leggera e su distanze anch'esse a scalare, mantenendo il ritmo alto per il lato lungo del campo in avanti, recupero lento per tutto il lato corto, ripercorre tutto il lato lungo opposto e recupero sul lato corto fino ad incontrare il segno dell'area grande, ritmo alto per ripercorrere i 100 metri, poi recupero fino al lato dell'area grande, poi sul lato area piccola ed infine da palo a palo. Il terzo gruppo di Attacanti e Difensori centrali svolgerà invece un classico intermittente 10"/10" sui 50 metri con recupero passivo sul posto.
Per avere riferimenti orientativi indico 22/26 secondi il tempo percorso sui 150 metri per i Calciatori d'Elite e 18/20 secondi quello sui 100 metri.

Esempio pratico:
Gruppo 1: 2 x 5 x 150 m. rec.tra le serie 4'
Gruppo 2: 2 x 8 x 100 m. rec.tra le serie 4'
Gruppo 3: 2 x 4' (10"/10") x 50 m. rec.tra le serie 4'

Metto il limite dei 30" il tempo di percorrenza sui 150 metri e 20" quello sui 100 metri ed integro con ulteriore Gioco ad Alta Intensità. Qualora si ritenga che la vostra squadra abbia bisogno di sviluppare maggiormente la Resistenza si può aumentare il lavoro con l'aggiunta di un'ulteriore Serie tenendo sempre i recuperi di 4' tra le serie.

venerdì 17 ottobre 2008

SLA: Sindrome Laterale Amiotrofica

Molto attuale e riportato alla ribalta in questo periodo il tema SLA,tanti ne parlano ma realmente pochi sanno cosa sia.La partita fra giocatori ed ex-giocatori della Fiorentina e del Milan, disputata all’inizio di ottobre 2008 in onore di Stefano Borgonovo, ex-calciatore delle due squadre ed ora affetto da SLA, ha fatto nuovamente parlare di questa malattia e dei rapporti che essa ha con il calcio. Su di essa sono state scritte molte imprecisioni e, dunque, vale la pena cercare di chiarire alcuni aspetti, per cui chi meglio del Professor Arcelli poteva darci delle delucidazioni in merito ad essa.

Che cos’è la SLA?
E’ la Sindrome Laterale Amiotrofica, una malattia che progressivamente rende inefficienti vari muscoli del corpo. Essa è causata dal fatto che vengono colpiti i motoneuroni, vale a dire quelle cellule nervose (neuroni) dalle quali partono gli “ordini” per far contrarre i muscoli. A seconda dei motoneuroni danneggiati, possono essere dapprima interessati gli arti inferiori, quelli superiori, oppure i muscoli che permettono di parlare o di deglutire o di respirare. Poi i problemi si estendono via via ad altri distretti muscolari. Chi ne è colpito rimane lucido fino all’ultimo.

Quali calciatori sono stati colpiti?
Si sono ammalati di SLA (e ne sono morti) Fulvio Bernardini, grandissimo giocatore della Roma ed ex-CT della Nazionale, Armando Segato, gli ex-giocatori della Sampdoria Ernst Ocwirk e Guido Vincenzi, gli ex-giocatori del Milan Giorgio Rognoni e Narciso Soldan, l’ex-capitano del Genoa Gianluca Signorini, Adriano Lombardi, Lauro Minghelli e altri ancora. In linea di massima, ad essere più colpiti sono stati i giocatori di centrocampo, mentre sono molto rari i portieri.

Ne vengono colpiti soltanto i calciatori?
Assolutamente no. E’ una malattia che ogni anno colpisce da una a tre persone ogni 100 mila abitanti. Era già stata identificata 150 anni fa e, quindi, non è vero che, al contrario di quanto qualcuno sostiene, che il primo ad ammalarsi e a morirne (nel 1941) fu Lou Gehrig, uno dei più famosi giocatori di baseball americani (la SLA, proprio per questo, viene anche chiamata “morbo di Gehrig”). La malattia, in ogni caso, colpisce tutti: atleti e non atleti. A proposito dei calciatori, però, c’è da dire che fra quelli italiani è risultata essere particolarmente frequente, quasi cinque volte più frequente che nel resto della popolazione. Fra quelli studiati (circa 24 mila), si è ammalato di SLA un calciatore ogni 50 mila.

Qual è la causa della SLA?
Non è ancora per niente chiaro. Si sa che in molti casi i motoneuroni di chi è colpito dalla SLA non sono più in grado di fabbricare un enzima che si chiama SOD1 o superossidodismutasi rame/zinco. Ciò impedisce ad essi di difendersi dai radicali liberi, molecole molto aggressive che si formano nell’organismo per vari motivi; per tale motivo essi vengono danneggiati in modo irreversibile. Questo avvalorerebbe la teoria secondo la quale a causare il danno ai motoneuroni sia la carenza di rame. Altri, invece, soprattutto facendo riferimento ai giocatori di calcio, danno importanza ai traumi che subiti agli arti inferiori o alla testa. Un’ipotesi che sta acquistando credito è quella legata alle sostanze utilizzate per curare l’erba dei campi, per esempio i fertilizzanti e i pesticidi. C’è anche chi pensa che la colpa sia da ricercarsi nell’uso fatto dai calciatori in quantità notevolissima di farmaci, per esempio di antinfiammatori o di estratti di corteccia surrenale o di altri ancora. Qualcuno pensa anche all’utilizzo di sostanze dopanti.

Si è anche sostenuto che un ruolo sia posseduto anche dagli integratori, in particolare dagli aminoacidi a catena ramificata e dalla creatina.
Non ha senso. Gli sportivi hanno cominciato ad utilizzare gli aminoacidi a catena ramificata alla fine degli anni Ottanta e la creatina ancora dopo. A quell’epoca, quasi tutti i giocatori di calcio malati di SLA avevano già smesso di giocare da anni.

lunedì 13 ottobre 2008

CAMPARI, IL BUSINNES DI "MISTER CARBONIO"

Le prestazioni hi-tech dei materiali compositi applicate allo sport ai massimi livelli. Nascono così le invenzioni di una microimpresa parmense, che sforna prodotti innovativi e di grande successo perchè utilissimi. Un esempio? I parastinchi indistruttibili per calciatori, già venduti a tantissimi campioni della serie A

Metti un materiale hi-tech come la fibra di carbonio,unito a una buona dose di genialità imprenditoriale,e trovi un business che dalla campagna parmense sta arrivando fino al Giappone. Nessuna azione di marketing: solo un passa parola all’interno del portafoglio di clienti molto facoltosi, come i calciatori di serie A, per diventare in pochi anni leader internazionale in un settore di nicchia. L’invenzione è il parastinco anatomico in fibra di carbonio, leggerissimo e indistruttibile. Grazie a questo oggetto di uso settimanale,i professionisti della pedata si sono così assicurati contro i falli più scorretti. Sì, perchè la protezione è veramente a prova di schianto, con un punto di rottura praticamente inesistente. Ma facciamo un passo indietro, perchè la storia della Campari, microimpresa con sede nel tipico capannone della Pmi emiliana flessibile e innovativa, è una delle tante che contribuiscono a mantenere alta la fama mondiale del “made in Italy”,come marchio d’origine apprezzato di qualità. Nonostante la crisi e tutto il resto. Tutto comincia dal reparto corse Ferrari di Maranello,dove il titolare e fondatore, Enrico Campari, muove i primi passi come tecnico e dove nasce il “grande amore” (chiamiamolo così!) per i materiali compositi (leggi fibra di carbonio, kevlar e similari). “Nell’89 sono cominciate le mie prime esperienze con questo tipo di componente, largamente utilizzato anche nell’industria aerospaziale, quando lavoravo al reparto corse del Cavallino dove sono rimasto fino al ‘93 prima di mettermi in proprio – ricorda l’imprenditore-. In Ferrari e nella Formula 1 in generale,la fibra di carbonio è utilizzata,ad esempio, per i sedili dei piloti, che devono essere molto leggeri, anatomici e ovviamente a prova di rottura”.“Ma l’idea di costruire parastinchi al carbonio - prosegue - è arrivata nel 1994, quando questa protezione è diventata obbligatoria sui campi da calcio”. Da quell’anno - grazie anche all’amicizia stretta con Fabio Cannavaro, già difensore del Parma, quindi primo cliente e poi “promoter” volontario del parastinco presso i colleghi, tanti campioni italiani e stranieri hanno cominciato “a comprendere come fosse fondamentale avere la garanzia di salvare le gambe”,afferma Campari. E per un prezzo veramente irrisorio, al confronto con i redditi annui dei calciatori. Ovvero, 1.500 euro per il prodotto di punta, anatomico e su misura, una cifra che può valere, letteralmente, una carriera per i professionisti del settore. Il parastinco, brevettato dalla Campari, è una protezione anatomica realizzata in materiali compositi a base di fibra di carbonio. “Il materiale offre altissime prestazioni grazie a due caratteristiche principali - spiega Campari - è leggerissimo e soprattutto indistruttibile. Inoltre, grazie alla tecnologia utilizzata, è possibile modellare i prodotti nelle forme più diverse in base alle esigenze anatomiche del cliente”. Dopo aver preso il calco in gesso della gamba del cliente calciatore, viene modellata la fibra che attraverso un processo di lavorazione tramite autoclave assume poi la forma anatomica desiderata. Dal Pallone d’oro 2004 ai calciatori dei campionati amatoriali, da quasi tutta la rosa dell’attuale Nazionale italiana e Under 21,alla Nazionale Olimpica, fino ai bambini ai primi calci parrocchiali, i parastinchi al carbonio della Campari, unici prodotti in Italia, si sono affermati grazie anche a un prezzo di vendita relativamente contenuto. “Un prodotto standard, ovvero non anatomico, ha un costo di 110 euro – spiega l’imprenditore -. Le vendite sono curate dallo stesso titolare, dopo il tentativo fallito di cedere il brevetto alle più note marche mondiali del settore. “Non hanno ritenuto conveniente commercializzare un prodotto dove i costi maggiori non sono coperti dal ritorno d’immagine: anche se è utilizzato dai grandi campioni, il parastinco non si vede perché resta sotto le calze”. E se si vedesse, scopriremmo come siano le più svariate e creative le personalizzazioni richieste dai big del pallone: disegni di tigri e leoni, scritte, versetti biblici e religiosi, decorazioni varie. La richiesta da parte del cliente di un prodotto veramente unico, ancorchè di vitale importanza per i calciatori (secondo forse solo alle scarpe), ha fatto sì che Campari assumesse a tempo pieno una diplomata alle Belle Arti per decorare i parastinchi al carbonio. Ora, dopo la leadership italiana la Campari Compositi distribuisce i propri parastinchi anche sui mercati europei attraverso rivenditori specializzati:Spagna, Francia, Inghilterra, Grecia, Repubblica Ceca, Svizzera e le vendite sono a dir poco eccezzionali.

giovedì 9 ottobre 2008

L' ALLENAMENTO INTERMITTENTE

Nell’ambito delle esercitazioni rivolte al miglioramento delle caratteristiche aerobiche ed anaerobiche dell’atleta, l’allenamento definito con il termine di "intermittente" ha conosciuto nell’arco degli ultimi anni un interesse sempre maggiore. Per lavoro "intermittente" si intende un tipo di attività composta da una serie di sforzi la cui durata sia minore di 1’ ed il principio di base su cui si fonda è quello di alternare degli sforzi di elevata intensità a fasi di recupero passivo oppure di recupero attivo, durante le quali comunque l’attività sia di bassa intensità. Nella preparazione atletica da me svolta in fase pre-campionato della stagione in corso, ho utilizzato spesso questa metodologia d'allenamento, ma prima di far ciò ho dovuto seguire il protocollo che mi permetteva di trovare la VAM (Velocità Aerobica Massima) e la relativa Soglia di ogni singolo atleta attraverso un Test di Valutazione. Il test che ho preferito utilizzare è stato il TEST LEGÈR dove ad ogni soggetto veniva richiesto di correre ad esaurimento a navetta (andata e ritorno) su una lunghezza di 20 metri a velocità progressivamente crescente e dove l'andatura era scandita dal dettato sonoro del software utilizzato. Rilevando i tempi di ogni atleta e inserendoli nel sopracitato software ho così identificato ogni singola VAM che mi ha poi permesso di pianificare al meglio il lavoro "intermittente" dividendo la squadra in gruppi omogenei.

Le distanze su cui effettuare le ripetute sono state trovate seguendo un semplice criterio:

- modalità di corsa richiesta (30"/30" - 20"/20" - 10"/10")

- percentuale di intensità VAM


Un esempio di seduta intermittente da me proposto in base ai Test effetuati è stato il seguente:

6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4' 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero 3'

6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero completo



Ricordo che ad intensità pari al 100% della VAM le tre modalità di corsa (10"/10"-20"/20"-30"/30") sono da considerarsi come mezzo di allenamento prettamente Aerobico quindi adatte nel periodo di preparazione dove si deve consolidare la Potenza Aerobica di base prima di passare a lavori di maggiore intensità

Intensità pari al 105 % della VAM costituiscono invece un 'unione tra le esercitazioni Aerobiche e quelle che cominciano ad interessare, anche se blandamente, il meccanismo Anaerobico.

Siamo in pieno regime Anerobico Lattacido invece con intensità uguali al 110% della VAM soprattutto per tempi di lavoro piuttosto lunghi come il 20"/20" ed il 30"/30, per cui queste esercitazioni devono essere eseguite razionalmente nel piano di lavoro settimanale e mai essere utilizzate prima di sedute Anaerobiche Alattacide per lo sviluppo della Velocità, pena un aumento del rischio di infortuni muscolari.

In ultimo intensità del 115% della VAM comportano un'elevata sollecitazione del meccanismo Anaerobico Lattacido, ragione per cui per questo tipo di lavoro valgono maggiormente le considerazioni fatte per il lavoro svolto con intensità 110%.



lunedì 6 ottobre 2008

LA MENTALITÀ VINCENTE

Quale differenza significativa esiste tra due giocatori che si affrontano ad armi pari su un campo da calcio ed hanno in comune la stessa tecnica,la stessa velocità,la stessa visione di gioco ma alla fine nel confronto diretto uno prevale sull'altro?La risposta è semplice:il suo ardente desiderio. Un desiderio che lo spinge ad allenarsi, ad impegnarsi, ad esercitarsi,a migliorarsi e a vincere. È il voler vincere ad ogni costo ed essere così caparbi da fare qualsiasi cosa pur di raggiungere lo scopo che ci si è prefissati. Senza desiderio non c’è incentivo a metterci tutta la grinta che occorre per sopportare la fatica dello sforzo fisico e mentale.Riprendendo il discorso iniziale, se assistiamo ad uno scontro tra due atleti ugualmente dotati ed impegnati, a quale dei due diamo il nostro sostegno? Senza ombra di dubbio a quello con maggior entusiasmo! La passione e l’entusiasmo sono due comportamenti trascinanti e rappresentano metà dell’equazione che produce un’inarrestabile motivazione: passione e scopo assieme, sono la motivazione.Infine se osserviamo un’atleta mentre si prepara alla competizione, mentre aspetta che gli diano “il via”: l’espressione del suo volto è quella della determinazione e della costanza, deve vincere mentalmente ancora prima che la gara abbia inizio. I campioni subiscono battute d’arresto e false partenze, ma le considerano come semplici gradini verso il successo.Molti grandi dello sport sono stati messi al tappeto talmente tante volte che è un miracolo che alcuni di essi siano riusciti ad alzarsi. Il vero successo non consiste nel non cadere, ma nel rialzarsi ogni volta che si cade. I vincenti seguono il vecchio proverbio giapponese che recita: «Cadi sette volte e rialzati per otto»; si scrollano di dosso le inevitabili delusioni e tengono gli occhi fissi alla meta, focalizzando la propria attenzione sul compito che hanno davanti.È difficile pensare che un campione non sia sicuro di sé. Quando si nasce non si è sicuri o insicuri, si impara con il tempo a comportarsi con sicurezza, con quella tranquilla consapevolezza del fatto che si è in grado di vincere e lo si farà.Per acquisire la vera Mentalità Vincente ci vuole anche il coraggio che significa avere la volontà di agire senza indugi.Il coraggio non è assenza di paura, ma è un andare avanti nonostante la paura. Il principale timore che blocca le persone è quello del fallimento, ma se si gioca sempre sul morbido non si riuscirà a migliorare mai, mentre il fallimento può essere d’esempio per il futuro.

Concludendo,la Mentalità Vincente è' la mentalità che l'atleta acquisisce quando raggiunge un buon livello di autostima e una sufficiente fiducia in sé e nelle proprie capacità nell' affrontare una specifica situazione competitiva. La fiducia che l'atleta ripone nei propri mezzi e nelle capacità personali ha un ruolo fondamentale sotto diversi aspetti:

1 Condiziona la scelta se affrontare o meno una particolare situazione;

2 Una volta iniziata l'attività, condiziona anche la quantità di sforzo profuso, l'impegno e la persistenza pur di fronte a difficoltà,esperienze sfavorevoli o sconfitte.

3 Ha un ruolo importante anche nella regolazione dei processi cognitivi. Mantenere la concentrazione focalizzata sul compito, anche in condizioni di stress e di timore di sbagliare, richiede infatti un forte senso di autostima.

4 La fiducia in sè influenza anche la rappresentazione mentale anticipatoria dell'evento sportivo. Scene di successo sono visualizzate con più frequenza da soggetti con elevate aspettative di efficacia: l'atleta analizza mentalmente il problema, rappresentando il successo e questo porta a prestazioni migliori perché l'analisi delle alternative e la conseguente applicazione delle soluzioni sono influenzate da questa mentalità positiva. Scenari di fallimento sono più probabili in chi si valuta incapace; in questo caso l'atleta è già perdente in partenza, poiché tende a rimuginare su errori e sconfitte.




giovedì 2 ottobre 2008

ENERVIT R2 PER UN RECUPERO OTTIMALE

Mi è stato chiesto da tanti cosa sia l'R2 che abbiamo usato per favorire il recupero post-partita dei nostri giocatori durante la Uefa Regions' Cup e quindi pubblico indicazioni, ingredienti e modalità d'uso di questo eccellente ed utilissimo integratore adatto a chi pratica sport con sforzi intensi e prolungati.

Indicazioni
R2 Sport Enervit è un integratore energetico con aminoacidi ramificati, l-glutamina, policosanoli, vitamine e minerali, studiato per concorrere ad accelerare i processi di recupero post-gara in chi pratica attività sportiva particolarmente intensa e prolungata.

Caratteristiche
Gli zuccheri presenti (destrosio, saccarosio con maltodestrine) sono idonei a ricostituire nella maniera più rapida le riserve di glicogeno dell'organismo. Gli aminoacidi ramificati (leucina, isoleucina e valina) favoriscono il recupero del patrimonio proteico e il tono muscolare. La l-glutamina è utile per contrastare gli effetti del sovraffaticamento. Le vitamine C ed E contrastano l'azione dei radicali liberi perossidanti generati da cicli energetici. Il potassio, il magnesio e le vitamine presenti completano utilmente il pool dei nutrienti a disposizione dello sportivo in considerazione dei suoi aumentati consumi. I policosanoli (da canna da zucchero) possono essere utili per contrastare la perossidazione lipidica microsomiale.

Modalità d'uso
In caso di attività sportiva particolarmente intensa e prolungata, sciogliere 3 misurini di prodotto (circa 50 g) in almeno 250 ml di acqua immediatamente dopo lo sforzo fisico. Si consiglia di utilizzare una borraccia da 1/2 litro, riempire a metà con acqua e agitare. E' possibile assumere una seconda dose dopo 2 ore oppure, se nel frattempo si è consumato un pasto, 2 ore dopo il pasto.

Ingredienti
Destrosio, Zucchero, Maltodestrine, Idrolizzato Proteico con Glutamina, Leucina, Vitamina C, Acidificante: Acido Citrico, Isoleucina, Valina, Aromi, Aspartato di Magnesio, Aspartato di Potassio, Estratto di Canna da Zucchero, Sodio Bicarbonato, Sodio Carbonato, Edulcorante: Acesulfame, Vitamina E, Vitamina PP, Vitamina B1, Vitamina B2, Vitamina B6.

UEFA REGIONS' CUP: Un 'esperienza indimenticabile

La Croazia accederà alla fase finale. Questo è il verdetto del gruppo 3 della Uefa Regions Cup.Tre partite e bottino pieno per i padroni di casa non lasciano dubbi sulle loro qualità tecniche e sulla loro superiorità, ma c'è il rammarico di non aver potuto schierare per la gara decisiva alcuni elementi fondamentali per la nostra Selezione Svizzero-Ticinese: il nostro Alessio "Nano" Dell'Avo e Capitan Marco "Anaconda" Brusa. Malgrado ciò possiamo ritenerci soddisfatti per le ottime prestazioni disputate e per il grande fair-play dimostrato nell'arco delle tre partite nonostante nell'ultima partita, l'arbitraggio non sia stato all'altezza della situazione e questo detto da tutti gli addetti ai lavori. L'esperienza che ho vissuto è stata incredibilmente positiva e mi ha lasciato tantissimo dal lato umano; ho conosciuto persone fantastiche e ragazzi eccezionali ognuno con un carattere diverso dall'altro e con una positività sopra le righe. È stato bello allenarli, ma è stato ancor più bello esser stato apprezzato da loro. Non è facile gestire una squadra Dilettante di ragazzi poco piu che ventenni che disputa 3 partite in 5 giorni con partite giocate ad altissimo ritmo ed imporgli delle regole alimentari e delle limitazioni atte a favorire un miglior recupero post-partita. Tutti si sono "sacrificati" perchè hanno a differenza di altri una cosa fondamentale nello sport e nella vita: la mentalità vincente! Volevamo vincere ma anche se non ci siamo riusciti il ricordo per tutti resterà sicuramente indelebile. Colgo l'occasione ancora una volta per salutarli tutti con un GRAZIE RAGAZZI! Non voglio dimenticare di ringraziare ancora una volta il Mister,che mi ha scelto come suo collaboratore e da cui dal suo bagaglio di conoscenza calcistica ho potuto imparare cose nuove, Simone Patelli, che grazie alla sua impossibilità ho avuto questa possibilità ;-), la Federazione Ticinese di Calcio nelle persone dell'onnipresente e competente Domenico Martinello e del bongustaio Pier Giorgio Grassi e concludo non dimenticando il responsabile materiale Felix ed il fisioterapista Carlo. GRAZIE DI CUORE.
Tazio

venerdì 26 settembre 2008

UEFA REGIONS' CUP: Quando il recupero risulta fondamentale

Mi trovo a Thuelj,paesino croato in aperta campagna a circa un'ora dalla capitale Zagabria. Alloggiamo all'Hotel Therme Thuelj nostra sede insieme alle altre tre rappresentative,quella Croata,quella Slovena e quella Olandese per partecipare all'Europeo per Calciatori Dilettanti.Qui niente dall'organizzazione UEFA e' lasciato al caso,per cui vivo o meglio stiamo vivendo,insieme a tutta la nostra Selezione Ticinese che rappresenta per l'occasione la Svizzera, giorni da veri professionisti che termineranno esattamente il 30 settembre con la chiusura del minitorneo valevole per il gruppo 3. Ricordo che la vincente accedera' direttamente alle finali in programma a giugno,di conseguenza la posta in palio e' altissima per tutte le nazioni partecipanti. Sono per l'occasione assistente di Mister Quadri ma fondamentalmente nella mia societa' di appartenenza ho il compito di Preparatore Atletico per cui occupandomi prevalentemente di questo,prima della partenza abbiamo insieme stabilito per l'occasione una linea guida spiegata a tutti i giocatori che possa al meglio garantire loro,un recupero psicofisico ideale per affrontare al meglio partite decisive ogni 2 giorni nell'arco di 6 giornate. Il ripristino dei tessuti muscolari e delle scorte di glicogeno riteniamo risultera' fondamentale per arrivare con una maggiore brillantezza rispetto agli agguerriti avversari per cui il nostro protocollo subito dopo la gara e' cosi' sviluppato.
Subito dopo il match per chi ha giocato:
- Enervit R2 a base di aminoacidi a catena ramificata,vitamine e fruttosio
- 8 minuti di Corsa lenta defaticante
- 15 minuti di relax in piscina
- Alimentazione corretta con assunzione di carboidrati, proteine e verdure
Giorno seguente il match:
-15 minuti di Corsa Lenta Defaticante + Mobilita' articolare
-6 Allunghi da 80 metri al 60%
-Percorso di tonicita'
-Allenamento Te-Ta

martedì 23 settembre 2008

UEFA REGIONS CUP: L'europeo per dilettanti

Quando mi è stato chiesto se avevo la disponibilità per poter partecipare alla trasferta in qualità di assistente al Selezionatore Floriano Quadri il mio entusiasmo è salito alle stelle:l'occasione che mi si stava presentando era una grossa chance da cogliere subito al volo!Mi sono organizzato subito e grazie anche al mio datore di lavoro Matteo,che ringrazio per i giorni liberi concessi,48 ore dopo ho acettato l'incarico e a tutti gli effetti facevo parte del gruppo che domani 24 Settembre partirà per disputare a Zagabria il turno intermedio che varrà la qualificazione alla fase finale dell'Europeo per Dilettanti chiamata UEFA REGION CUP dove il Ticino,ed è la terza volta che succede,sarà il rappresentante della Svizzera.Questa grossa occasione è nata, vista l'impossibilità del Selezionatore Simone Patelli di presenziare causa impegni professionali e inizialmente il mio disagio nei suoi confronti era a dir poco imbarazzante,così ho deciso di scrivergli una mail dove dispiaciuto gli manifestavo il mio disagio ma al tempo stesso ringraziandolo pubblicamente per la possibilità che mi aveva comunque dato.Lo conoscevo solo come calciatore Simone, in quanto diverse volte abbiamo giocato contro in match anche rognosi dove non ci si faceva complimenti, ma ieri sera all'ultimo allenamento di rifinitura a Sementina parlando con lui posso veramente affermare la squisitezza della persona nella sua totalità. Alla rifinitura di ieri sera erano presenti 14 giocatori dei 18 selezionati. Due tegole sono cadute poi nella precedente giornata di campionato sulla nostra Selezione:quella di Alessandro Bulloni che ha dato forfait per un infortunio muscolare, quindi non si aggregherà al gruppo e quella di Capitan Brusa, distorsione al ginocchio,che invece sottopostosi immediatamente alle cure del caso, sarà della trasferta sperando in un recupero lampo. L'impressione e l'idea del perchè un calciatore fa parte di una Selezione piuttosto di un altro, mi è stata da subito chiara, anzi limpida e lampante.Grandissima qualità,vivacità e dinamismo dei singoli,ottime peculiarità caratteriali e una straordinaria intensità.Pensate che doveva essere una semplice sgambatina,visto che tanti avevano giocato incontri di campionato solo 24 ore prima,invece sia nel gioco iniziale che in quello finale,questi ragazzi imponevano da subito un ritmo altissimo senza risparmiarsi e senza esclusione di colpi: entrate al limite,contrasti da brividi ma il tutto condito sempre dal massimo rispetto. Alla fine ci siamo recati tutti in Federazione per un breve meeting agli ordini di Pier Giorgio "PiGi" Grassi e Domenico "Dome" Martinello per gli ultimi dettagli prima della partenza e la consegna del materiale. Domani si parte, l'avventura è ormai iniziata: ci attenderanno in ordine le seguenti sfide con Olanda, Slovenia e Croazia.Un mio caloroso "In Bocca Al Lupo" è sentito e dovuto a tutti.

mercoledì 17 settembre 2008

I CAMBI DI DIREZIONE

Un lavoro specifico che mi piace usare durante le mie sedute e che attualmente si sta utilizzando con continuità in ambito calcistico,sono i Cambi diDirezione (CdD).Questa modalità rappresenta ad oggi lo status ideale di chi vuole allenare la forza senza l'utilizzo delle macchine e ripresenta durante l'esercitazione i movimenti che il calciatore usa solitamente durante le fasi di gioco.Sappiamo che il calcio è fatto di frenate e ripartenze veloci,per cui allenando con costanza queste peculiarità i nostri giocatori si adatteranno meglio a tali situazioni ma soprattutto svilupperanno una forza ed una resistenza maggiore.
L'esecuzione è importantissima ai fini di ottenere un miglioramento ottimale.L'errore che più comunemente ho riscontrato durante questi esercizi è quella di arrivare a piccoli passi sul conetto e quella di arrivarci con i piedi quasi pari,per cui correggetela spiegando al vostro Atleta di arrivare con il passo piuttosto lungo per effettuare bene la fase eccentrica (FRENATA) e al tempo stesso arrivarci con la punta del piede anteriore già rivolta verso la direzione che dobbiamo prendere in modo da eseguire la fase concentrica (RIPARTENZA) al meglio.Pensate che diversi studi hanno dimostrato che eseguire lavori con i CdD è come sollevare ogni volta 300 kg con l'utilizzo delle macchine,per questo essendo un'esercizio molto dispendioso è importante che l'entità del carico proposto sia consona alle capacità dell'atleta.Questa attività intermittente svolta ad intensità massimale,costituisce quindi una tipologia di allenamento prevalentemente anaerobico e consente la capacità di recupero in tempi brevi.Consigliato variare l'inclinazione degli angoli.
Informazioni maggiori su percorsi e tempi di recupero potete trovarle sul sito del Prof.Roberto Sassi www.robertosassi.it





giovedì 11 settembre 2008

PER VINCERE BISOGNA ALLENARE ANCHE LA MENTE

Sfogliando riviste inerenti alla psicologia di una squadra di calcio pubblico la tesi del Prof. Julio Carrascosa asuo tempo psicologo al Valencia Football Club dove parla esplicitamente delle peculiarià mentali che deve avere un gruppo squadra per ottenere facilmente risultati importanti in ambito sportivo.Di seguito sono esposte le abilità psicologiche che si pensa possano contribuire a migliorare il rendimento della squadra e del singolo. A tale proposito viene presentata una breve definizione di ognuna, in modo che risulti semplice identificarle e differenziarle tra loro.Consiglio vivamente questa breve lettura ai giocatori che facendo parte di un Team si trovano spesso confrontati con situazioni delicate,che a volte sentono come una vera e propria frustrazione,vuoi per le scelte che un allenatore deve fare o vuoi perchè proprio tante di queste peculiarità descritte in seguito gli mancano a livello caratteriale.

L’intelligenza sportiva (A):
È la capacità di apprendere, di risolvere problemi, conflitti o situazioni ed, inoltre, di trasferire ciò che si è appreso in situazioni diverse.
- Comprende con facilità le istruzioni, il ragionamento, i concetti, le azioni.- Legge con facilità il gioco della squadra rivale.
- Trova varie soluzioni per la stessa situazione di gioco.- È’ creativo nel risolvere situazioni di gioco.
- Capisce e assimila con facilità la funzione specifica di ogni ruolo e linea di reparto.
- Si adatta con facilità a differenti ruoli.

L’attenzione e la concentrazione (B):
È la capacità di percepire gli stimoli pertinenti che l’ambiente propone; di focalizzare l’attenzione sui riferimenti fondamentali del gioco; di mantenere l’attenzione durante tutto il tempo necessario, senza distrazione alcuna.
- Fa attenzione e controlla tutti gli stimoli del gioco che può percepire dalla sua posizione.
- Si isola da tutto quello che non è il gioco.
- Sa “anticipare” l’azione del rivale.
- Non si distrae.
- E’ totalmente coinvolto nell’azione, senza vedersi estraniato dai suoi pensieri.
- Passa rapidamente da una situazione di attacco ad una di difesa.
- Non fa commenti con i compagni.
- Non presta attenzione al pubblico.
- Non presta attenzione all’arbitro.
- Non si lamenta dopo un errore.

Possedere il livello ottimale di tensione (C):
E’ la capacità di possedere un livello di attivazione muscolare ottimale I muscoli non presentano tensioni eccessive ma, al contrario, presentano la tensione giusta affinché il giocatore si senta pronto all’azione. Il giocatore non ha ansia né, tantomeno, gli manca l’energia di attivazione.
- Il livello di tensione è idoneo, sufficientemente pronto per permettere al giocatore di gareggiare al meglio delle possibilità.
- Gli arti inferiori sono pronti ad effettuare il gesto tecnico con scioltezza ed in forma coordinata.
- Non esiste ansia o nervosismo.
- Non si nota agitazione.
- Vi è un’apparente tranquilllità.

La motivazione per competere (D):S’intende il desiderio di competere, di confrontarsi, di lottare, di gareggiare e combattere per la disputa della palla, o di vincere e superare il rivale in ogni azione. In definitiva è la disponibilità a realizzare il massimo sforzo e dare il massimo di se stessi.
- Fa commenti che indicano l’attitudine a lottare.
- Non evita il gioco duro e di contatto.
- Disputa ogni pallone con decisione.
- Arringa i compagni e li anima per realizzare il massimo sforzo.
- Sembra avere chiara l’idea, di ciò che deve fare lui e la squadra.
- Sembra non soffrire la stanchezza e la fatica.
- Continua a lottare sempre per migliorare.
- L’errore non lo abbatte.
- Manifesta la voglia di vincere e contagia i compagni con il suo comportamento.

L’autostima (E):
Corrisponde alla percezione che ogni giocatore deve possedere del proprio livello di capacità e competenza. Mostrando consapevolezza di operare in un gruppo, esprime sicurezza e mette al servizio della squadra le proprie abilità.
- Non ha insicurezze su ciò che sa fare lui o la squadra.
- E’ disposto ad applicare sul campo il lavoro preparato durante l’allenamento.
- Affronta ogni azione di gioco con decisione e senza dubitare.
- Trasmette sicurezza ai compagni.
- Non sopravvaluta il rivale, anche se lo rispetta.
- Non si lascia impressionare dai rivali che possiedono grandi capacità.

Assumere iniziative e prendere decisioni (F):
Corrisponde alla facilità di assumere iniziative, o prendere decisioni di responsabilità durante il gioco.
- Cerca il pallone e non ne evita il possesso.
- Legge e cerca soluzioni durante il gioco.
- Abitualmente prende buone decisioni.
- Assume iniziative che determinino un certo rischio.
- Non sceglie sempre la decisione più facile da realizzare, o l’azione di minor rischio di errore.

Dimostrare personalità di fronte alle difficoltà (G):
E’ la capacità di mantenersi sereni e scegliere soluzioni idonee nelle situazioni di maggior difficoltà.
- La difficoltà pare non influire sul suo rendimento.
- Dopo aver commesso un errore torna ad assumere iniziative ed a prendere decisioni durante il gioco.
- Quando la squadra si vede danneggiata per qualche situazione anomala , reagisce assumendo responsabilità e prendendo iniziative.
- Le difficoltà sembrano stimolarlo e animarlo.
- Non si fa coinvolgere dalla provocazione degli avversari.
- Quanto più si complica una situazione, maggiormente s’impegna per cercare delle soluzioni.
- Si assume le responsabilità della squadra e tenta di superare le difficoltà.

Il controllo emozionale (H):
E’ la capacità di controllare le emozioni in modo che non danneggino la propria condotta, diminuendo il rendimento.Si tratta di superare l’euforia, il timore, l’ansia, l’arrabbiatura e lo scoraggiamento, al fine di ottenere risultati sportivi ottimali.
- Si mostra molto stabile emozionalmente.
- Non arriva mai a perdere l’autorità.
- Non esiste arrabbiatura accompagnata da risposte aggressive.
- Non si eccita per una vittoria, né cerca di apparire quando il risultato, dopo una partita, è statto eccellente.
- Si mostra apparentemente tranquilllo.
- Non gli pesa la responsabilità, l’importanza della partita o del rivale, la necessità di ottenere una vittoria, oppure,diverse sconfitte successive.
- Il rendimento è generalmente uniforme.
- Nei conflitti è dialogante.
- Fa sforzi per comprendere gli altri.

La tolleranza alla fatica ed al dolore (I):
E’ la capacità di sopportare la sofferenza fisica determinata dalla fatica e dal dolore.
- Mostra un rendimento uniforme durante tutta la partita.
- Non fa commenti per la durezza dell’allenamento.
- Non fa commenti per la sua stanchezza.
- Non si lamenta se riceve una entrata brusca.
- Tollera bene il gioco duro, di contatto.
- Non abbassa il ritmo quando si sente stanco.
- Non si astiene dal gioco sino alla fine della partita.
- Collabora molto bene nel recupero dopo un infortunio.
- Non è solito dar ascolto alle sensazioni di malessere
- Chiede poco al servizio medico.

La ricettività e l’assimilazione (J):
E’ la capacità di ascoltare e accettare i suggerimenti o le correzioni, per assimilarli al fine di cambiare la propria condotta.
- Ascolta con attenzione.
- Formula domande e fa commenti chiarificatori che lo rassicurano di aver compreso i suggerimenti.
- Non mantiene le sue convinzioni con rigidezza.
- Prima di una critica o di una correzione non si pone sulla difensiva.
- Non interviene sistematicamente sulle opinioni degli altri.
- Accetta di essersi sbagliato.
- Non si difende dalle critiche con scuse.
- Dimostra di chiedere per apprendere e migliorare.
- Non pone domande per mantenere, così, inalterate le proprie ragioni.

La capacità di identificazione e di integrazione nel gruppo (K):
E’ l’attitudine del giocatore alla solidarietà, alla cooperazione, all’indentificazione ed all’appartenenza ad un gruppo rappresentato, in questo caso, dalla squadra.
- Parla più del gruppo che di se stesso.
- Parla e si relaziona con tutti i membri del gruppo.
- E’ solito appoggiare gli altri
- Evita di generare situazioni di conflitto.
- Non fa critiche al di fuori dello spogliatoio.
- Sul campo lavora più per la squadra che per un esito positivo personale.
- Nell’analisi delle situazioni non dà sistematicamente la colpa agli altri.
- E’ rispettato ed accettato dai suoi compagni.
- Contribuisce affinchè regni un ambiente cordiale.

lunedì 8 settembre 2008

L'ASPETTO FISICO NEL CALCIO

Come è statisticamente ed ampiamente studiato,durante una partita di calcio si percorrono in media 10/11 Km in varie modalità e intensità di camminata e di corsa,ma quello che interessa maggiormente ad un allenatore o preparatore atletico è la corsa ad alta intensità e velocità.Nei 90 minuti si eseguono circa un'ottantina di scatti la maggior parte compresi tra i 5 e 30 metri;questi determinano principalmente il risultato quindi l'attenzione dobbiamo porla su esercitazioni che allenino le qualità di accelerazione,perchè se è vero che è importante avere una buona velocità di base è anche vero che è importante raggiungerla nel minor tempo possibile!Quindi determinanti diventano i primi tre passi per imprimere velocità ed è qui che bisogna sottoporre l'atleta al concetto con degli esercizi specifici.
Ma se è vero che l'accelerazione è un fattore determinante,è anche vero che importante è la capacità di frenare all'improvviso in pochissimo spazio per cui è utilissimo proporre lavori misti che prevedono scatti,frenate,ripartenze e cambi di direzione.
Ma attenzione che non è sufficiente possedere grandi qualità di rapidità e velocità se queste vanno scemando dopo 25/30 minuti di gioco,per cui sarà determinante anche mantenerle per tutta la durata dell'incontro,di conseguenza i calciatori che alleniamo devono avere anche una ottima resistenza.
La resistenza nel calcio per essere chiari è riferita al recupero e cioè alla capacità di ripetere gesti di breve durata ma di altissima intensità con recuperi incompleti e per più tempo possibile ma non dimentichiamoci mai che la resistenza generale non è da sottovalutare e va sempre allenata.A tal proposito è importante che i nostri atleti abbiano anche la VAM (Velocità Aerobica Massima)piuttosto alta perchè è correlata direttamente al recupero e quindi come dicevo prima alla capacità di protarre sforzi ripetuti per il maggior tempo,questo in uno sport d'intermittenza come il calcio è di vitale importanza.
Sappiamo inoltre che la quasi totalità dei gesti specifici di questo sport deve essere eseguito alla massima intensità per cui l'allenamento per la Forza soprattutto per la Forza Veloce è anch'esso basilare tenendo presente che essa comincia a diminuire dopo 10/12 giorni in cui non si è allenata.
Per concludere,essendo il calcio uno sport di situazione è importante anche un altro aspetto: essere coordinati;quindi non dimenticatevi mai di inserire nelle vostre sedute esercitazioni di aspetto coordinativo che migliorino appunto tale aspetto.

giovedì 4 settembre 2008

COME MIGLIORARE IL RECUPERO POST PARTITA

Generalmente,ci si dimentica che le strategie di recupero successive alla partita sono una parte importante del processo di allenamento. Si possono utilizzare ottime strategie di recupero per migliorare la qualità dell’allenamento ed il rendimento fisico in atleti di sport di squadra. Strategie appropriate di recupero post-partita possono “minimizzare” la fatica, migliorare l’adattamento e ridurre la percezione di un atleta al dolore ed alla rigidità muscolare. Recenti studi hanno evidenziato risultati importanti suggerendo che l’ottimizzazione delle strategie di recupero possono migliorare il rendimento in partite da svolgere, specialmente quando il periodo di recupero tra esse è particolarmente breve. Le tecniche di recupero possono includere strategie nutrizionali, periodizzazioni di allenamento, strategie di rilassamento, sonno, raffreddamento, “allungamento” e idroterapie. Le idroterapie, come le terapie di immersione di contrasto (alternando l’immersione in acqua fredda e calda), sono sempre più utilizzate tra gli atleti di sport di squadra. Di fatto, studi recenti hanno dimostrato che queste tecniche di recupero, particolarmente l’immersione in acqua fredda, possono:
Ø migliorare il recupero di una sessione intensa di allenamento
Ø proteggere la diminuzione del rendimento durante tornei di calcio
Ø migliorare il recupero durante periodi di allenamento intenso
Altri metodi che si possono utilizzarsi per ridurre lo stress e migliorare il recupero in atleti di sport di squadra sono le tecniche del sonno, riposo e rilassamento. La corretta assunzione di alimenti e liquidi è un metodo semplice per migliorare il recupero dopo le partite. Qui deve essere fatta enfasi nell’assicurarsi che la regolazione e qualità dell’ingestione di liquidi, carboidrati e proteine siano corretti. Queste strategie possono utilizzarsi congiunte per accelerare il recupero dopo una partita e permettere ai giocatori di continuare l’allenamento e rendere ad un livello alto. Di uguale importanza è l’istruzione data a i giocatori su queste strategie di recupero in modo che possano occuparsi in maniera effettiva del proprio recupero.

mercoledì 3 settembre 2008

RIPETUTE SPRINT IN SALITA

Ispirandomi al famosissimo Prof.Arcelli,ma con diverse modifiche apportate,quest'anno ho deciso di proporre,logicamente in accordo con il Mister,un lavoro atletico di Ripetute Sprint in Salita come mezzo di allenamento condizionale. La corsa in salita costituisce un mezzo d’allenamento classico, largamente utilizzato nel mondo sportivo. Le salite in effetti sono estremamente utili per il miglioramento sia delle capacità di forza che di quelle della resistenza organica; per questo motivo, seppur con diverse modalità esecutive, trovano una loro ampia collocazione in discipline che spaziano oltre al calcio,all’atletica, al tennis,ecc; di conseguenza, in funzione della loro modalità esecutiva, possono essere annoverate nell’ambito dell’allenamento della resistenza (organica e speciale), della forza (forza esplosiva) e della velocità.
Premettendo che siamo in ambito Dilettantistico e che le sedute durante la preparazione pre-campionato sono state 24,suddivise in 4 Microcicli da 6 sedute,il lavoro svolto è stato il seguente:

gio 24.07.08 -SEDUTA 3: 5 x 40 m. rec 1'30"
ve 25.07.08 -SEDUTA 4: 5 x 50 m. rec 2'
lu 28.07.08 -SEDUTA 5: 5 x 60 m . rec 2'30"
gio 31.07.08 -SEDUTA 8: 2 x 4 x 70 m. rec 2'30" e 5' tra le serie
lu 11.08.08 -SEDUTA 13: 5 x 10 m.-5 x 15 m.-5 x 20 m. con rec incompleti e 2'30"tra le serie
ma 19.08.08 -SEDUTA 18: 5 x 10 m.-5 x 15 m.- 5 x 20 m. con rec completi e 2'30''tra le serie

TOTALE Ripetute 53
TOTALE Metri 1760`
PENDENZA 15 %

Tutte le esercitazioni sono state proposte come appendice dell'allenamento a differenza della SEDUTA 8 dove le ripetute sono state il nucleo dell'allenamento.

Tazio Peschera

martedì 2 settembre 2008

IL PASTO PRE-PARTITA

02.09.2008

L'ALIMENTAZIONE E LA PARTITA
La partita rappresenta il momento più importante per il calciatore, quello della verifica
del suo valore. Se per lui, quindi, é sempre necessario seguire un'alimentazione
adeguata allo sport che pratica e alle proprie caratteristiche individuali, é senza
dubbio fondamentale - ai fini del maggior rendimento agonistico - scegliere
correttamente i cibi e le bevande prima e durante la partita. Anche il modo di nutrirsi
dopo di essa può essere importante per presentarsi nelle migliori condizioni possibili
ai successivi allenamenti ed eventualmente alla successiva partita, specie quando
se ne deve giocare un'altra dopo solo tre giorni o ancora prima.

PRIMA DELLA PARTITA
Nell'alimentazione delle ore che precedono la partita ancora oggi vengono commessi
vari errori da parte dei calciatori, sia di quelli che giocano in serie A, sia di quelli che
giocano nelle categorie inferiori o in quelle giovanili. Alcuni di questi errori talvolta
non pregiudicano la prestazione della partita soltanto perché i giocatori - soprattutto
quelli giovani - godono di capacità digestive ben superiori alla norma e, quindi,
riescono a non avere alcun disturbo anche se, per esempio, assumono cibi che già
di per sé sono del tutto sconsigliabili o perché sono abbinati in maniera molto
scorretta ad altri alimenti. Altri errori alimentari, invece, non sono altrettanto veniali,
dal momento che determinano di certo un peggioramento dell'efficienza, anche se
magari il giocatore stesso non se ne rende conto.

Ecco, in dettaglio, alcuni suggerimenti.
POCHISSIMI GRASSI. - La prima regola per avere una digestione più facile é
quella di ridurre il contenuto di grassi nel pasto che precede l'incontro; soprattutto
vanno evitati i grassi fritti e quelli cotti a lungo; vanno poi esclusi gli insaccati (con la
sola eccezione della bresaola e del prosciutto crudo, quando questo venga
sgrassato), le carni grasse, gli intingoli; si deve cercare di eliminare le parti
palesemente grasse delle carni, la pelle del pollo e così via; non vanno prese le parti
degli arrosti o dei roast-beef a diretto contatto con i grassi di cottura; vanno ridotti i
condimenti, i formaggi, il latte intero; dei grassi veri e propri (burro, margarina, oli di
vario tipo...) é consentita una quantità minima ed é di gran lunga preferibile che sia
cruda; e così via. I grassi da un lato richiedono di per sé tempi lunghi per essere
digeriti, da un altro lato allungano i tempi di digestione anche dei cibi con i quali
vengono presi. Anche una volta digeriti e arrivati nel sangue, essi danno fastidio:
l'"iperlipidemia" (ossia l'elevata concentrazione di lipidi nel sangue, quale si ha,
appunto, quando si sono assunti troppi grassi), infatti, riduce l'efficienza del cervello.

POCHE PROTEINE. - Nel pasto che precede la partita non é necessario
consumare proteine; ci si può quindi astenere del tutto dai cibi che ne contengono in
abbondanza, come le carni dei vari tipi, le uova, i formaggi, il latte... Qualcuno, però,
ne sente la necessità psicologica; in questi casi si può consigliare di prendere - come
si é già detto - qualche fetta di bresaola o di prosciutto crudo privato accuratamente
della parte bianca (ricchissima di grassi), oppure una porzione limitata di carne magrissima
cotta senza grassi.

ABBONDANZA DI CARBOIDRATI COMPLESSI. - I cibi ricchi di carboidrati sono
di solito quelli più facilmente digeribili e sono altresì quelli che favoriscono l'aumento
delle scorte del glicogeno nei muscoli e nel fegato; vanno preferiti i carboidrati complessi,
ossia gli amidi, quali quelli contenuti nella pasta, nel pane, nel riso, nelle
patate e così via.

IL "MONOPIATTO". - Spesso si abbinano due cibi che, per il fatto di richiedere
processi digestivi differenti, finiscono con il creare problemi. E' per questa ragione
che non é il caso di mangiare la frutta alla fine del pasto quando si vuole avere una
digestione rapida. Anche l'abbinamento di un piatto ricco di amidi (pasta o riso) con
un cibo proteico (bistecca o altri tipi di carne, uova, formaggi...) richiede tempi di
digestione più lunghi di quelli necessari per digerire soltanto l'uno o l'altro piatto.
Altrettanto si può dire per l'abbinamento di due cibi proteici (carne e formaggio;
carne e uova; uova e formaggio; latte e carne; latte e uova...). Da parte di molti
giocatori si sta ultimamente diffondendo l'abitudine di consumare - soprattutto nel
pasto di mezzogiorno, specie se nel pomeriggio c'è l'allenamento - soltanto il
"monopiatto"; esso é costituito soltanto da una razione abbondante di un primo piatto
(o, più raramente, di un secondo), seguita o preceduta da un piatto di verdura cotta o
preferibilmente cruda; in questa maniera i tempi di digestione sono in genere assai
più brevi di quelli che si hanno prendendo nello stesso pranzo tanto il primo quanto il
secondo. A maggior ragione nel giorno della partita può essere vantaggioso far
ricorso al monopiatto, ovviamente a quello costituito - oltre che da ortaggi - da pasta
0 riso.

domenica 31 agosto 2008

Enrico Campari:Un Genio

01.09.2008

Invito tutte le persone che giocano a calcio ad usare sempre i parastinchi.
Ma non parastinchi comuni,di gommapiuma o di plastica,quale protezione dà la gommapiuma o la plastica?Nessuna!!!...e chi gioca sa che l'infortunio è sempre dietro l'angolo!...a volte anche una forte contusione sulla tibia se non protetta adeguatamente può non farvi allenare al meglio e se a volte non ci si può allenare si rischia di perdere anche il posto nell'undici titolare.
Vi consiglio quindi di usare quelli in Fibra di Carbonio della ditta CAMPARI www.camparionline.it attualmente leader in questo settore.
Da quando ho conosciuto Enrico ho usato nell'ultima parte della mia carriera quelli in Carbonio da lui prodotti e attualmente ne sono diventato anche distributore.
Ho avuto la fortuna tramite la sua attuale amicizia di entrare direttamente negli spogliatoi di Juventus,Inter,Milan e aiutarlo mentre creava il calco in gesso sulle tibie di calciatori famosisimi.
Essere a contatto diretto con tutti questi campioni e in luoghi off-limits dove nemmeno gli addetti stampa possono entrare è motivo di grande sodisfazione per me e resteranno ricordi indelebili nella mia memoria.

Ma ora ve lo presento in queste due stralci d'intervista.