lunedì 6 ottobre 2008

LA MENTALITÀ VINCENTE

Quale differenza significativa esiste tra due giocatori che si affrontano ad armi pari su un campo da calcio ed hanno in comune la stessa tecnica,la stessa velocità,la stessa visione di gioco ma alla fine nel confronto diretto uno prevale sull'altro?La risposta è semplice:il suo ardente desiderio. Un desiderio che lo spinge ad allenarsi, ad impegnarsi, ad esercitarsi,a migliorarsi e a vincere. È il voler vincere ad ogni costo ed essere così caparbi da fare qualsiasi cosa pur di raggiungere lo scopo che ci si è prefissati. Senza desiderio non c’è incentivo a metterci tutta la grinta che occorre per sopportare la fatica dello sforzo fisico e mentale.Riprendendo il discorso iniziale, se assistiamo ad uno scontro tra due atleti ugualmente dotati ed impegnati, a quale dei due diamo il nostro sostegno? Senza ombra di dubbio a quello con maggior entusiasmo! La passione e l’entusiasmo sono due comportamenti trascinanti e rappresentano metà dell’equazione che produce un’inarrestabile motivazione: passione e scopo assieme, sono la motivazione.Infine se osserviamo un’atleta mentre si prepara alla competizione, mentre aspetta che gli diano “il via”: l’espressione del suo volto è quella della determinazione e della costanza, deve vincere mentalmente ancora prima che la gara abbia inizio. I campioni subiscono battute d’arresto e false partenze, ma le considerano come semplici gradini verso il successo.Molti grandi dello sport sono stati messi al tappeto talmente tante volte che è un miracolo che alcuni di essi siano riusciti ad alzarsi. Il vero successo non consiste nel non cadere, ma nel rialzarsi ogni volta che si cade. I vincenti seguono il vecchio proverbio giapponese che recita: «Cadi sette volte e rialzati per otto»; si scrollano di dosso le inevitabili delusioni e tengono gli occhi fissi alla meta, focalizzando la propria attenzione sul compito che hanno davanti.È difficile pensare che un campione non sia sicuro di sé. Quando si nasce non si è sicuri o insicuri, si impara con il tempo a comportarsi con sicurezza, con quella tranquilla consapevolezza del fatto che si è in grado di vincere e lo si farà.Per acquisire la vera Mentalità Vincente ci vuole anche il coraggio che significa avere la volontà di agire senza indugi.Il coraggio non è assenza di paura, ma è un andare avanti nonostante la paura. Il principale timore che blocca le persone è quello del fallimento, ma se si gioca sempre sul morbido non si riuscirà a migliorare mai, mentre il fallimento può essere d’esempio per il futuro.

Concludendo,la Mentalità Vincente è' la mentalità che l'atleta acquisisce quando raggiunge un buon livello di autostima e una sufficiente fiducia in sé e nelle proprie capacità nell' affrontare una specifica situazione competitiva. La fiducia che l'atleta ripone nei propri mezzi e nelle capacità personali ha un ruolo fondamentale sotto diversi aspetti:

1 Condiziona la scelta se affrontare o meno una particolare situazione;

2 Una volta iniziata l'attività, condiziona anche la quantità di sforzo profuso, l'impegno e la persistenza pur di fronte a difficoltà,esperienze sfavorevoli o sconfitte.

3 Ha un ruolo importante anche nella regolazione dei processi cognitivi. Mantenere la concentrazione focalizzata sul compito, anche in condizioni di stress e di timore di sbagliare, richiede infatti un forte senso di autostima.

4 La fiducia in sè influenza anche la rappresentazione mentale anticipatoria dell'evento sportivo. Scene di successo sono visualizzate con più frequenza da soggetti con elevate aspettative di efficacia: l'atleta analizza mentalmente il problema, rappresentando il successo e questo porta a prestazioni migliori perché l'analisi delle alternative e la conseguente applicazione delle soluzioni sono influenzate da questa mentalità positiva. Scenari di fallimento sono più probabili in chi si valuta incapace; in questo caso l'atleta è già perdente in partenza, poiché tende a rimuginare su errori e sconfitte.