venerdì 17 ottobre 2008

SLA: Sindrome Laterale Amiotrofica

Molto attuale e riportato alla ribalta in questo periodo il tema SLA,tanti ne parlano ma realmente pochi sanno cosa sia.La partita fra giocatori ed ex-giocatori della Fiorentina e del Milan, disputata all’inizio di ottobre 2008 in onore di Stefano Borgonovo, ex-calciatore delle due squadre ed ora affetto da SLA, ha fatto nuovamente parlare di questa malattia e dei rapporti che essa ha con il calcio. Su di essa sono state scritte molte imprecisioni e, dunque, vale la pena cercare di chiarire alcuni aspetti, per cui chi meglio del Professor Arcelli poteva darci delle delucidazioni in merito ad essa.

Che cos’è la SLA?
E’ la Sindrome Laterale Amiotrofica, una malattia che progressivamente rende inefficienti vari muscoli del corpo. Essa è causata dal fatto che vengono colpiti i motoneuroni, vale a dire quelle cellule nervose (neuroni) dalle quali partono gli “ordini” per far contrarre i muscoli. A seconda dei motoneuroni danneggiati, possono essere dapprima interessati gli arti inferiori, quelli superiori, oppure i muscoli che permettono di parlare o di deglutire o di respirare. Poi i problemi si estendono via via ad altri distretti muscolari. Chi ne è colpito rimane lucido fino all’ultimo.

Quali calciatori sono stati colpiti?
Si sono ammalati di SLA (e ne sono morti) Fulvio Bernardini, grandissimo giocatore della Roma ed ex-CT della Nazionale, Armando Segato, gli ex-giocatori della Sampdoria Ernst Ocwirk e Guido Vincenzi, gli ex-giocatori del Milan Giorgio Rognoni e Narciso Soldan, l’ex-capitano del Genoa Gianluca Signorini, Adriano Lombardi, Lauro Minghelli e altri ancora. In linea di massima, ad essere più colpiti sono stati i giocatori di centrocampo, mentre sono molto rari i portieri.

Ne vengono colpiti soltanto i calciatori?
Assolutamente no. E’ una malattia che ogni anno colpisce da una a tre persone ogni 100 mila abitanti. Era già stata identificata 150 anni fa e, quindi, non è vero che, al contrario di quanto qualcuno sostiene, che il primo ad ammalarsi e a morirne (nel 1941) fu Lou Gehrig, uno dei più famosi giocatori di baseball americani (la SLA, proprio per questo, viene anche chiamata “morbo di Gehrig”). La malattia, in ogni caso, colpisce tutti: atleti e non atleti. A proposito dei calciatori, però, c’è da dire che fra quelli italiani è risultata essere particolarmente frequente, quasi cinque volte più frequente che nel resto della popolazione. Fra quelli studiati (circa 24 mila), si è ammalato di SLA un calciatore ogni 50 mila.

Qual è la causa della SLA?
Non è ancora per niente chiaro. Si sa che in molti casi i motoneuroni di chi è colpito dalla SLA non sono più in grado di fabbricare un enzima che si chiama SOD1 o superossidodismutasi rame/zinco. Ciò impedisce ad essi di difendersi dai radicali liberi, molecole molto aggressive che si formano nell’organismo per vari motivi; per tale motivo essi vengono danneggiati in modo irreversibile. Questo avvalorerebbe la teoria secondo la quale a causare il danno ai motoneuroni sia la carenza di rame. Altri, invece, soprattutto facendo riferimento ai giocatori di calcio, danno importanza ai traumi che subiti agli arti inferiori o alla testa. Un’ipotesi che sta acquistando credito è quella legata alle sostanze utilizzate per curare l’erba dei campi, per esempio i fertilizzanti e i pesticidi. C’è anche chi pensa che la colpa sia da ricercarsi nell’uso fatto dai calciatori in quantità notevolissima di farmaci, per esempio di antinfiammatori o di estratti di corteccia surrenale o di altri ancora. Qualcuno pensa anche all’utilizzo di sostanze dopanti.

Si è anche sostenuto che un ruolo sia posseduto anche dagli integratori, in particolare dagli aminoacidi a catena ramificata e dalla creatina.
Non ha senso. Gli sportivi hanno cominciato ad utilizzare gli aminoacidi a catena ramificata alla fine degli anni Ottanta e la creatina ancora dopo. A quell’epoca, quasi tutti i giocatori di calcio malati di SLA avevano già smesso di giocare da anni.