giovedì 18 dicembre 2008
ENRICO CAMPARI: La mascherina di Matrix
venerdì 12 dicembre 2008
La "pausa" invernale del Calciatore
TABELLA PER 2 SEDUTE SETTIMANALI
1 SEDUTA
12' Riscaldamento generale con esercizi di mobilità articolare e stretching
15' Corsa continua a 140/150 bpm
15' Rinforzo muscolare (Flessioni,Tenute isometriche, Addominali, ecc.ecc.)
8' Allunghi 100 m con recupero 40 sec.
10' 2 x 5 rip. Sprint a navetta 5+5+5+5 metri rec 50/60 sec , 3 min tra le serie
Stretching finale
2 SEDUTA
12' Riscaldamento generale con esercizi di mobilità articolare e stretching
15' Rinforzo muscolare (Flessioni,Tenute isometriche, Addominali, ecc.ecc.)
20' Corsa continua a 140/150 bpm
15' Sprint in Salita 8 x 60/70 metri rec 90 sec
Stretching finale
giovedì 13 novembre 2008
RESISTENZA SPECIFICA: Esercitazione "a secco" per ruolo
Modalità di esecuzione:
Senza cinesini: 4 x 3 min. con accelerazione 4" e recupero a ritroso attivo di 12" rec. tra le serie 2 minuti
Con cinesini a 10/15 metri : 3 x 3 minuti rec. tra le serie 2 minuti.
venerdì 7 novembre 2008
IL BICARBONATO: Lo sapevate che...
martedì 28 ottobre 2008
BCAA - AMINOACIDI RAMIFICATI
giovedì 23 ottobre 2008
ESERCITAZIONE AD ALTA INTENSITÀ
1 Esterni (difensori e centrocampisti)
I primi si allenano con Serie di 5 x 150 metri (vedi figura) con recupero a scalare in corsa leggera, prima ripercorrendo il percorso fatto ad alta intensità dal lato opposto del campo (tratto 1°), il secondo recupero (tratto 2°) percorrendo la diagonale, il terzo (tratto 3°) una lunghezza più corta della diagonale e l'ultimo (tratto 4°) un tragitto ancora più breve. Il gruppo dei Centrocampisti invece si allena con Serie di 8 x 100 metri ad intensità 85/95% della FC max, con recuperi in corsa molto leggera e su distanze anch'esse a scalare, mantenendo il ritmo alto per il lato lungo del campo in avanti, recupero lento per tutto il lato corto, ripercorre tutto il lato lungo opposto e recupero sul lato corto fino ad incontrare il segno dell'area grande, ritmo alto per ripercorrere i 100 metri, poi recupero fino al lato dell'area grande, poi sul lato area piccola ed infine da palo a palo. Il terzo gruppo di Attacanti e Difensori centrali svolgerà invece un classico intermittente 10"/10" sui 50 metri con recupero passivo sul posto.
Per avere riferimenti orientativi indico 22/26 secondi il tempo percorso sui 150 metri per i Calciatori d'Elite e 18/20 secondi quello sui 100 metri.
venerdì 17 ottobre 2008
SLA: Sindrome Laterale Amiotrofica
Che cos’è la SLA?
E’ la Sindrome Laterale Amiotrofica, una malattia che progressivamente rende inefficienti vari muscoli del corpo. Essa è causata dal fatto che vengono colpiti i motoneuroni, vale a dire quelle cellule nervose (neuroni) dalle quali partono gli “ordini” per far contrarre i muscoli. A seconda dei motoneuroni danneggiati, possono essere dapprima interessati gli arti inferiori, quelli superiori, oppure i muscoli che permettono di parlare o di deglutire o di respirare. Poi i problemi si estendono via via ad altri distretti muscolari. Chi ne è colpito rimane lucido fino all’ultimo.
Quali calciatori sono stati colpiti?
Si sono ammalati di SLA (e ne sono morti) Fulvio Bernardini, grandissimo giocatore della Roma ed ex-CT della Nazionale, Armando Segato, gli ex-giocatori della Sampdoria Ernst Ocwirk e Guido Vincenzi, gli ex-giocatori del Milan Giorgio Rognoni e Narciso Soldan, l’ex-capitano del Genoa Gianluca Signorini, Adriano Lombardi, Lauro Minghelli e altri ancora. In linea di massima, ad essere più colpiti sono stati i giocatori di centrocampo, mentre sono molto rari i portieri.
Ne vengono colpiti soltanto i calciatori?
Assolutamente no. E’ una malattia che ogni anno colpisce da una a tre persone ogni 100 mila abitanti. Era già stata identificata 150 anni fa e, quindi, non è vero che, al contrario di quanto qualcuno sostiene, che il primo ad ammalarsi e a morirne (nel 1941) fu Lou Gehrig, uno dei più famosi giocatori di baseball americani (la SLA, proprio per questo, viene anche chiamata “morbo di Gehrig”). La malattia, in ogni caso, colpisce tutti: atleti e non atleti. A proposito dei calciatori, però, c’è da dire che fra quelli italiani è risultata essere particolarmente frequente, quasi cinque volte più frequente che nel resto della popolazione. Fra quelli studiati (circa 24 mila), si è ammalato di SLA un calciatore ogni 50 mila.
Qual è la causa della SLA?
Non è ancora per niente chiaro. Si sa che in molti casi i motoneuroni di chi è colpito dalla SLA non sono più in grado di fabbricare un enzima che si chiama SOD1 o superossidodismutasi rame/zinco. Ciò impedisce ad essi di difendersi dai radicali liberi, molecole molto aggressive che si formano nell’organismo per vari motivi; per tale motivo essi vengono danneggiati in modo irreversibile. Questo avvalorerebbe la teoria secondo la quale a causare il danno ai motoneuroni sia la carenza di rame. Altri, invece, soprattutto facendo riferimento ai giocatori di calcio, danno importanza ai traumi che subiti agli arti inferiori o alla testa. Un’ipotesi che sta acquistando credito è quella legata alle sostanze utilizzate per curare l’erba dei campi, per esempio i fertilizzanti e i pesticidi. C’è anche chi pensa che la colpa sia da ricercarsi nell’uso fatto dai calciatori in quantità notevolissima di farmaci, per esempio di antinfiammatori o di estratti di corteccia surrenale o di altri ancora. Qualcuno pensa anche all’utilizzo di sostanze dopanti.
Si è anche sostenuto che un ruolo sia posseduto anche dagli integratori, in particolare dagli aminoacidi a catena ramificata e dalla creatina.
Non ha senso. Gli sportivi hanno cominciato ad utilizzare gli aminoacidi a catena ramificata alla fine degli anni Ottanta e la creatina ancora dopo. A quell’epoca, quasi tutti i giocatori di calcio malati di SLA avevano già smesso di giocare da anni.
lunedì 13 ottobre 2008
CAMPARI, IL BUSINNES DI "MISTER CARBONIO"
Metti un materiale hi-tech come la fibra di carbonio,unito a una buona dose di genialità imprenditoriale,e trovi un business che dalla campagna parmense sta arrivando fino al Giappone. Nessuna azione di marketing: solo un passa parola all’interno del portafoglio di clienti molto facoltosi, come i calciatori di serie A, per diventare in pochi anni leader internazionale in un settore di nicchia. L’invenzione è il parastinco anatomico in fibra di carbonio, leggerissimo e indistruttibile. Grazie a questo oggetto di uso settimanale,i professionisti della pedata si sono così assicurati contro i falli più scorretti. Sì, perchè la protezione è veramente a prova di schianto, con un punto di rottura praticamente inesistente. Ma facciamo un passo indietro, perchè la storia della Campari, microimpresa con sede nel tipico capannone della Pmi emiliana flessibile e innovativa, è una delle tante che contribuiscono a mantenere alta la fama mondiale del “made in Italy”,come marchio d’origine apprezzato di qualità. Nonostante la crisi e tutto il resto. Tutto comincia dal reparto corse Ferrari di Maranello,dove il titolare e fondatore, Enrico Campari, muove i primi passi come tecnico e dove nasce il “grande amore” (chiamiamolo così!) per i materiali compositi (leggi fibra di carbonio, kevlar e similari). “Nell’89 sono cominciate le mie prime esperienze con questo tipo di componente, largamente utilizzato anche nell’industria aerospaziale, quando lavoravo al reparto corse del Cavallino dove sono rimasto fino al ‘93 prima di mettermi in proprio – ricorda l’imprenditore-. In Ferrari e nella Formula 1 in generale,la fibra di carbonio è utilizzata,ad esempio, per i sedili dei piloti, che devono essere molto leggeri, anatomici e ovviamente a prova di rottura”.“Ma l’idea di costruire parastinchi al carbonio - prosegue - è arrivata nel 1994, quando questa protezione è diventata obbligatoria sui campi da calcio”. Da quell’anno - grazie anche all’amicizia stretta con Fabio Cannavaro, già difensore del Parma, quindi primo cliente e poi “promoter” volontario del parastinco presso i colleghi, tanti campioni italiani e stranieri hanno cominciato “a comprendere come fosse fondamentale avere la garanzia di salvare le gambe”,afferma Campari. E per un prezzo veramente irrisorio, al confronto con i redditi annui dei calciatori. Ovvero, 1.500 euro per il prodotto di punta, anatomico e su misura, una cifra che può valere, letteralmente, una carriera per i professionisti del settore. Il parastinco, brevettato dalla Campari, è una protezione anatomica realizzata in materiali compositi a base di fibra di carbonio. “Il materiale offre altissime prestazioni grazie a due caratteristiche principali - spiega Campari - è leggerissimo e soprattutto indistruttibile. Inoltre, grazie alla tecnologia utilizzata, è possibile modellare i prodotti nelle forme più diverse in base alle esigenze anatomiche del cliente”. Dopo aver preso il calco in gesso della gamba del cliente calciatore, viene modellata la fibra che attraverso un processo di lavorazione tramite autoclave assume poi la forma anatomica desiderata. Dal Pallone d’oro 2004 ai calciatori dei campionati amatoriali, da quasi tutta la rosa dell’attuale Nazionale italiana e Under 21,alla Nazionale Olimpica, fino ai bambini ai primi calci parrocchiali, i parastinchi al carbonio della Campari, unici prodotti in Italia, si sono affermati grazie anche a un prezzo di vendita relativamente contenuto. “Un prodotto standard, ovvero non anatomico, ha un costo di 110 euro – spiega l’imprenditore -. Le vendite sono curate dallo stesso titolare, dopo il tentativo fallito di cedere il brevetto alle più note marche mondiali del settore. “Non hanno ritenuto conveniente commercializzare un prodotto dove i costi maggiori non sono coperti dal ritorno d’immagine: anche se è utilizzato dai grandi campioni, il parastinco non si vede perché resta sotto le calze”. E se si vedesse, scopriremmo come siano le più svariate e creative le personalizzazioni richieste dai big del pallone: disegni di tigri e leoni, scritte, versetti biblici e religiosi, decorazioni varie. La richiesta da parte del cliente di un prodotto veramente unico, ancorchè di vitale importanza per i calciatori (secondo forse solo alle scarpe), ha fatto sì che Campari assumesse a tempo pieno una diplomata alle Belle Arti per decorare i parastinchi al carbonio. Ora, dopo la leadership italiana la Campari Compositi distribuisce i propri parastinchi anche sui mercati europei attraverso rivenditori specializzati:Spagna, Francia, Inghilterra, Grecia, Repubblica Ceca, Svizzera e le vendite sono a dir poco eccezzionali.
giovedì 9 ottobre 2008
L' ALLENAMENTO INTERMITTENTE
- percentuale di intensità VAM
6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4' 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero 3'
6' 20"/20" a VAM 110% distanza: 91 m./102 m. recupero 3'
4 10"/10" a VAM 115% distanza: 48 m./ 54 m. recupero completo
Ricordo che ad intensità pari al 100% della VAM le tre modalità di corsa (10"/10"-20"/20"-30"/30") sono da considerarsi come mezzo di allenamento prettamente Aerobico quindi adatte nel periodo di preparazione dove si deve consolidare la Potenza Aerobica di base prima di passare a lavori di maggiore intensità
Intensità pari al 105 % della VAM costituiscono invece un 'unione tra le esercitazioni Aerobiche e quelle che cominciano ad interessare, anche se blandamente, il meccanismo Anaerobico.
Siamo in pieno regime Anerobico Lattacido invece con intensità uguali al 110% della VAM soprattutto per tempi di lavoro piuttosto lunghi come il 20"/20" ed il 30"/30, per cui queste esercitazioni devono essere eseguite razionalmente nel piano di lavoro settimanale e mai essere utilizzate prima di sedute Anaerobiche Alattacide per lo sviluppo della Velocità, pena un aumento del rischio di infortuni muscolari.
In ultimo intensità del 115% della VAM comportano un'elevata sollecitazione del meccanismo Anaerobico Lattacido, ragione per cui per questo tipo di lavoro valgono maggiormente le considerazioni fatte per il lavoro svolto con intensità 110%.
lunedì 6 ottobre 2008
LA MENTALITÀ VINCENTE
2 Una volta iniziata l'attività, condiziona anche la quantità di sforzo profuso, l'impegno e la persistenza pur di fronte a difficoltà,esperienze sfavorevoli o sconfitte.
3 Ha un ruolo importante anche nella regolazione dei processi cognitivi. Mantenere la concentrazione focalizzata sul compito, anche in condizioni di stress e di timore di sbagliare, richiede infatti un forte senso di autostima.
4 La fiducia in sè influenza anche la rappresentazione mentale anticipatoria dell'evento sportivo. Scene di successo sono visualizzate con più frequenza da soggetti con elevate aspettative di efficacia: l'atleta analizza mentalmente il problema, rappresentando il successo e questo porta a prestazioni migliori perché l'analisi delle alternative e la conseguente applicazione delle soluzioni sono influenzate da questa mentalità positiva. Scenari di fallimento sono più probabili in chi si valuta incapace; in questo caso l'atleta è già perdente in partenza, poiché tende a rimuginare su errori e sconfitte.
giovedì 2 ottobre 2008
ENERVIT R2 PER UN RECUPERO OTTIMALE
Indicazioni
R2 Sport Enervit è un integratore energetico con aminoacidi ramificati, l-glutamina, policosanoli, vitamine e minerali, studiato per concorrere ad accelerare i processi di recupero post-gara in chi pratica attività sportiva particolarmente intensa e prolungata.
Caratteristiche
Gli zuccheri presenti (destrosio, saccarosio con maltodestrine) sono idonei a ricostituire nella maniera più rapida le riserve di glicogeno dell'organismo. Gli aminoacidi ramificati (leucina, isoleucina e valina) favoriscono il recupero del patrimonio proteico e il tono muscolare. La l-glutamina è utile per contrastare gli effetti del sovraffaticamento. Le vitamine C ed E contrastano l'azione dei radicali liberi perossidanti generati da cicli energetici. Il potassio, il magnesio e le vitamine presenti completano utilmente il pool dei nutrienti a disposizione dello sportivo in considerazione dei suoi aumentati consumi. I policosanoli (da canna da zucchero) possono essere utili per contrastare la perossidazione lipidica microsomiale.
Modalità d'uso
In caso di attività sportiva particolarmente intensa e prolungata, sciogliere 3 misurini di prodotto (circa 50 g) in almeno 250 ml di acqua immediatamente dopo lo sforzo fisico. Si consiglia di utilizzare una borraccia da 1/2 litro, riempire a metà con acqua e agitare. E' possibile assumere una seconda dose dopo 2 ore oppure, se nel frattempo si è consumato un pasto, 2 ore dopo il pasto.
Ingredienti
Destrosio, Zucchero, Maltodestrine, Idrolizzato Proteico con Glutamina, Leucina, Vitamina C, Acidificante: Acido Citrico, Isoleucina, Valina, Aromi, Aspartato di Magnesio, Aspartato di Potassio, Estratto di Canna da Zucchero, Sodio Bicarbonato, Sodio Carbonato, Edulcorante: Acesulfame, Vitamina E, Vitamina PP, Vitamina B1, Vitamina B2, Vitamina B6.
UEFA REGIONS' CUP: Un 'esperienza indimenticabile
venerdì 26 settembre 2008
UEFA REGIONS' CUP: Quando il recupero risulta fondamentale
martedì 23 settembre 2008
UEFA REGIONS CUP: L'europeo per dilettanti
mercoledì 17 settembre 2008
I CAMBI DI DIREZIONE
giovedì 11 settembre 2008
PER VINCERE BISOGNA ALLENARE ANCHE LA MENTE
L’intelligenza sportiva (A):
È la capacità di apprendere, di risolvere problemi, conflitti o situazioni ed, inoltre, di trasferire ciò che si è appreso in situazioni diverse.
- Comprende con facilità le istruzioni, il ragionamento, i concetti, le azioni.- Legge con facilità il gioco della squadra rivale.
- Trova varie soluzioni per la stessa situazione di gioco.- È’ creativo nel risolvere situazioni di gioco.
- Capisce e assimila con facilità la funzione specifica di ogni ruolo e linea di reparto.
- Si adatta con facilità a differenti ruoli.
L’attenzione e la concentrazione (B):
È la capacità di percepire gli stimoli pertinenti che l’ambiente propone; di focalizzare l’attenzione sui riferimenti fondamentali del gioco; di mantenere l’attenzione durante tutto il tempo necessario, senza distrazione alcuna.
- Fa attenzione e controlla tutti gli stimoli del gioco che può percepire dalla sua posizione.
- Si isola da tutto quello che non è il gioco.
- Sa “anticipare” l’azione del rivale.
- Non si distrae.
- E’ totalmente coinvolto nell’azione, senza vedersi estraniato dai suoi pensieri.
- Passa rapidamente da una situazione di attacco ad una di difesa.
- Non fa commenti con i compagni.
- Non presta attenzione al pubblico.
- Non presta attenzione all’arbitro.
- Non si lamenta dopo un errore.
Possedere il livello ottimale di tensione (C):
E’ la capacità di possedere un livello di attivazione muscolare ottimale I muscoli non presentano tensioni eccessive ma, al contrario, presentano la tensione giusta affinché il giocatore si senta pronto all’azione. Il giocatore non ha ansia né, tantomeno, gli manca l’energia di attivazione.
- Il livello di tensione è idoneo, sufficientemente pronto per permettere al giocatore di gareggiare al meglio delle possibilità.
- Gli arti inferiori sono pronti ad effettuare il gesto tecnico con scioltezza ed in forma coordinata.
- Non esiste ansia o nervosismo.
- Non si nota agitazione.
- Vi è un’apparente tranquilllità.
La motivazione per competere (D):S’intende il desiderio di competere, di confrontarsi, di lottare, di gareggiare e combattere per la disputa della palla, o di vincere e superare il rivale in ogni azione. In definitiva è la disponibilità a realizzare il massimo sforzo e dare il massimo di se stessi.
- Fa commenti che indicano l’attitudine a lottare.
- Non evita il gioco duro e di contatto.
- Disputa ogni pallone con decisione.
- Arringa i compagni e li anima per realizzare il massimo sforzo.
- Sembra avere chiara l’idea, di ciò che deve fare lui e la squadra.
- Sembra non soffrire la stanchezza e la fatica.
- Continua a lottare sempre per migliorare.
- L’errore non lo abbatte.
- Manifesta la voglia di vincere e contagia i compagni con il suo comportamento.
L’autostima (E):
Corrisponde alla percezione che ogni giocatore deve possedere del proprio livello di capacità e competenza. Mostrando consapevolezza di operare in un gruppo, esprime sicurezza e mette al servizio della squadra le proprie abilità.
- Non ha insicurezze su ciò che sa fare lui o la squadra.
- E’ disposto ad applicare sul campo il lavoro preparato durante l’allenamento.
- Affronta ogni azione di gioco con decisione e senza dubitare.
- Trasmette sicurezza ai compagni.
- Non sopravvaluta il rivale, anche se lo rispetta.
- Non si lascia impressionare dai rivali che possiedono grandi capacità.
Assumere iniziative e prendere decisioni (F):
Corrisponde alla facilità di assumere iniziative, o prendere decisioni di responsabilità durante il gioco.
- Cerca il pallone e non ne evita il possesso.
- Legge e cerca soluzioni durante il gioco.
- Abitualmente prende buone decisioni.
- Assume iniziative che determinino un certo rischio.
- Non sceglie sempre la decisione più facile da realizzare, o l’azione di minor rischio di errore.
Dimostrare personalità di fronte alle difficoltà (G):
E’ la capacità di mantenersi sereni e scegliere soluzioni idonee nelle situazioni di maggior difficoltà.
- La difficoltà pare non influire sul suo rendimento.
- Dopo aver commesso un errore torna ad assumere iniziative ed a prendere decisioni durante il gioco.
- Quando la squadra si vede danneggiata per qualche situazione anomala , reagisce assumendo responsabilità e prendendo iniziative.
- Le difficoltà sembrano stimolarlo e animarlo.
- Non si fa coinvolgere dalla provocazione degli avversari.
- Quanto più si complica una situazione, maggiormente s’impegna per cercare delle soluzioni.
- Si assume le responsabilità della squadra e tenta di superare le difficoltà.
Il controllo emozionale (H):
E’ la capacità di controllare le emozioni in modo che non danneggino la propria condotta, diminuendo il rendimento.Si tratta di superare l’euforia, il timore, l’ansia, l’arrabbiatura e lo scoraggiamento, al fine di ottenere risultati sportivi ottimali.
- Si mostra molto stabile emozionalmente.
- Non arriva mai a perdere l’autorità.
- Non esiste arrabbiatura accompagnata da risposte aggressive.
- Non si eccita per una vittoria, né cerca di apparire quando il risultato, dopo una partita, è statto eccellente.
- Si mostra apparentemente tranquilllo.
- Non gli pesa la responsabilità, l’importanza della partita o del rivale, la necessità di ottenere una vittoria, oppure,diverse sconfitte successive.
- Il rendimento è generalmente uniforme.
- Nei conflitti è dialogante.
- Fa sforzi per comprendere gli altri.
La tolleranza alla fatica ed al dolore (I):
E’ la capacità di sopportare la sofferenza fisica determinata dalla fatica e dal dolore.
- Mostra un rendimento uniforme durante tutta la partita.
- Non fa commenti per la durezza dell’allenamento.
- Non fa commenti per la sua stanchezza.
- Non si lamenta se riceve una entrata brusca.
- Tollera bene il gioco duro, di contatto.
- Non abbassa il ritmo quando si sente stanco.
- Non si astiene dal gioco sino alla fine della partita.
- Collabora molto bene nel recupero dopo un infortunio.
- Non è solito dar ascolto alle sensazioni di malessere
- Chiede poco al servizio medico.
La ricettività e l’assimilazione (J):
E’ la capacità di ascoltare e accettare i suggerimenti o le correzioni, per assimilarli al fine di cambiare la propria condotta.
- Ascolta con attenzione.
- Formula domande e fa commenti chiarificatori che lo rassicurano di aver compreso i suggerimenti.
- Non mantiene le sue convinzioni con rigidezza.
- Prima di una critica o di una correzione non si pone sulla difensiva.
- Non interviene sistematicamente sulle opinioni degli altri.
- Accetta di essersi sbagliato.
- Non si difende dalle critiche con scuse.
- Dimostra di chiedere per apprendere e migliorare.
- Non pone domande per mantenere, così, inalterate le proprie ragioni.
La capacità di identificazione e di integrazione nel gruppo (K):
E’ l’attitudine del giocatore alla solidarietà, alla cooperazione, all’indentificazione ed all’appartenenza ad un gruppo rappresentato, in questo caso, dalla squadra.
- Parla più del gruppo che di se stesso.
- Parla e si relaziona con tutti i membri del gruppo.
- E’ solito appoggiare gli altri
- Evita di generare situazioni di conflitto.
- Non fa critiche al di fuori dello spogliatoio.
- Sul campo lavora più per la squadra che per un esito positivo personale.
- Nell’analisi delle situazioni non dà sistematicamente la colpa agli altri.
- E’ rispettato ed accettato dai suoi compagni.
- Contribuisce affinchè regni un ambiente cordiale.
lunedì 8 settembre 2008
L'ASPETTO FISICO NEL CALCIO
giovedì 4 settembre 2008
COME MIGLIORARE IL RECUPERO POST PARTITA
Ø migliorare il recupero di una sessione intensa di allenamento
Ø proteggere la diminuzione del rendimento durante tornei di calcio
Ø migliorare il recupero durante periodi di allenamento intenso
mercoledì 3 settembre 2008
RIPETUTE SPRINT IN SALITA
Premettendo che siamo in ambito Dilettantistico e che le sedute durante la preparazione pre-campionato sono state 24,suddivise in 4 Microcicli da 6 sedute,il lavoro svolto è stato il seguente:
ve 25.07.08 -SEDUTA 4: 5 x 50 m. rec 2'
gio 31.07.08 -SEDUTA 8: 2 x 4 x 70 m. rec 2'30" e 5' tra le serie
lu 11.08.08 -SEDUTA 13: 5 x 10 m.-5 x 15 m.-5 x 20 m. con rec incompleti e 2'30"tra le serie
ma 19.08.08 -SEDUTA 18: 5 x 10 m.-5 x 15 m.- 5 x 20 m. con rec completi e 2'30''tra le serie
martedì 2 settembre 2008
IL PASTO PRE-PARTITA
L'ALIMENTAZIONE E LA PARTITA
La partita rappresenta il momento più importante per il calciatore, quello della verifica
del suo valore. Se per lui, quindi, é sempre necessario seguire un'alimentazione
adeguata allo sport che pratica e alle proprie caratteristiche individuali, é senza
dubbio fondamentale - ai fini del maggior rendimento agonistico - scegliere
correttamente i cibi e le bevande prima e durante la partita. Anche il modo di nutrirsi
dopo di essa può essere importante per presentarsi nelle migliori condizioni possibili
ai successivi allenamenti ed eventualmente alla successiva partita, specie quando
se ne deve giocare un'altra dopo solo tre giorni o ancora prima.
PRIMA DELLA PARTITA
Nell'alimentazione delle ore che precedono la partita ancora oggi vengono commessi
vari errori da parte dei calciatori, sia di quelli che giocano in serie A, sia di quelli che
giocano nelle categorie inferiori o in quelle giovanili. Alcuni di questi errori talvolta
non pregiudicano la prestazione della partita soltanto perché i giocatori - soprattutto
quelli giovani - godono di capacità digestive ben superiori alla norma e, quindi,
riescono a non avere alcun disturbo anche se, per esempio, assumono cibi che già
di per sé sono del tutto sconsigliabili o perché sono abbinati in maniera molto
scorretta ad altri alimenti. Altri errori alimentari, invece, non sono altrettanto veniali,
dal momento che determinano di certo un peggioramento dell'efficienza, anche se
magari il giocatore stesso non se ne rende conto.
Ecco, in dettaglio, alcuni suggerimenti.
POCHISSIMI GRASSI. - La prima regola per avere una digestione più facile é
quella di ridurre il contenuto di grassi nel pasto che precede l'incontro; soprattutto
vanno evitati i grassi fritti e quelli cotti a lungo; vanno poi esclusi gli insaccati (con la
sola eccezione della bresaola e del prosciutto crudo, quando questo venga
sgrassato), le carni grasse, gli intingoli; si deve cercare di eliminare le parti
palesemente grasse delle carni, la pelle del pollo e così via; non vanno prese le parti
degli arrosti o dei roast-beef a diretto contatto con i grassi di cottura; vanno ridotti i
condimenti, i formaggi, il latte intero; dei grassi veri e propri (burro, margarina, oli di
vario tipo...) é consentita una quantità minima ed é di gran lunga preferibile che sia
cruda; e così via. I grassi da un lato richiedono di per sé tempi lunghi per essere
digeriti, da un altro lato allungano i tempi di digestione anche dei cibi con i quali
vengono presi. Anche una volta digeriti e arrivati nel sangue, essi danno fastidio:
l'"iperlipidemia" (ossia l'elevata concentrazione di lipidi nel sangue, quale si ha,
appunto, quando si sono assunti troppi grassi), infatti, riduce l'efficienza del cervello.
POCHE PROTEINE. - Nel pasto che precede la partita non é necessario
consumare proteine; ci si può quindi astenere del tutto dai cibi che ne contengono in
ne sente la necessità psicologica; in questi casi si può consigliare di prendere - come
si é già detto - qualche fetta di bresaola o di prosciutto crudo privato accuratamente
della parte bianca (ricchissima di grassi), oppure una porzione limitata di carne magrissima
cotta senza grassi.
ABBONDANZA DI CARBOIDRATI COMPLESSI. - I cibi ricchi di carboidrati sono
di solito quelli più facilmente digeribili e sono altresì quelli che favoriscono l'aumento
delle scorte del glicogeno nei muscoli e nel fegato; vanno preferiti i carboidrati complessi,
ossia gli amidi, quali quelli contenuti nella pasta, nel pane, nel riso, nelle
patate e così via.
IL "MONOPIATTO". - Spesso si abbinano due cibi che, per il fatto di richiedere
processi digestivi differenti, finiscono con il creare problemi. E' per questa ragione
che non é il caso di mangiare la frutta alla fine del pasto quando si vuole avere una
digestione rapida. Anche l'abbinamento di un piatto ricco di amidi (pasta o riso) con
un cibo proteico (bistecca o altri tipi di carne, uova, formaggi...) richiede tempi di
digestione più lunghi di quelli necessari per digerire soltanto l'uno o l'altro piatto.
Altrettanto si può dire per l'abbinamento di due cibi proteici (carne e formaggio;
carne e uova; uova e formaggio; latte e carne; latte e uova...). Da parte di molti
giocatori si sta ultimamente diffondendo l'abitudine di consumare - soprattutto nel
pasto di mezzogiorno, specie se nel pomeriggio c'è l'allenamento - soltanto il
"monopiatto"; esso é costituito soltanto da una razione abbondante di un primo piatto
(o, più raramente, di un secondo), seguita o preceduta da un piatto di verdura cotta o
preferibilmente cruda; in questa maniera i tempi di digestione sono in genere assai
più brevi di quelli che si hanno prendendo nello stesso pranzo tanto il primo quanto il
secondo. A maggior ragione nel giorno della partita può essere vantaggioso far
ricorso al monopiatto, ovviamente a quello costituito - oltre che da ortaggi - da pasta
domenica 31 agosto 2008
Enrico Campari:Un Genio
Invito tutte le persone che giocano a calcio ad usare sempre i parastinchi.
Ma non parastinchi comuni,di gommapiuma o di plastica,quale protezione dà la gommapiuma o la plastica?Nessuna!!!...e chi gioca sa che l'infortunio è sempre dietro l'angolo!...a volte anche una forte contusione sulla tibia se non protetta adeguatamente può non farvi allenare al meglio e se a volte non ci si può allenare si rischia di perdere anche il posto nell'undici titolare.
Vi consiglio quindi di usare quelli in Fibra di Carbonio della ditta CAMPARI www.camparionline.it attualmente leader in questo settore.
Da quando ho conosciuto Enrico ho usato nell'ultima parte della mia carriera quelli in Carbonio da lui prodotti e attualmente ne sono diventato anche distributore.
Ho avuto la fortuna tramite la sua attuale amicizia di entrare direttamente negli spogliatoi di Juventus,Inter,Milan e aiutarlo mentre creava il calco in gesso sulle tibie di calciatori famosisimi.
Essere a contatto diretto con tutti questi campioni e in luoghi off-limits dove nemmeno gli addetti stampa possono entrare è motivo di grande sodisfazione per me e resteranno ricordi indelebili nella mia memoria.
Ma ora ve lo presento in queste due stralci d'intervista.